Tra i grandissimi che hanno interpretato la discesa libera ho scelto due donne e una serie di uomini. Fra tutti ne mancano tre per volere del destino, due italiani e un austriaco. Cinto Sertorelli fu due volte campione del mondo prima dellultima guerra ma morì tragicamente nel 1938 lungo la pista di Garmisch Partenkirchen dopo essere uscito di pista ed essere finito contro un albero. Il grande e talentuoso Eugenio Monti a ventanni fu addirittura capace di vincere una gara mondiale a Chamonix in discesa davanti a Zeno Colò, secondo a oltre due secondi, prima di lasciare lo sci dopo una caduta avvenuta a Sestriere nel 1951 per trovare la gloria passando al bob divenendo leroe di tutta la storia di questa disciplina. Il terzo, infine, è laustriaco Pepi Jennewein, con il quale ho avuto la fortuna e la gioia di scendere (prima della gara ufficiale) la discesa di Tofana nei mondiali del 1940 a Cortina dAmpezzo. Purtroppo, poi, come pilota da caccia fu inviato nei cieli di Russia e lì lasciò la sua vita.
Nella galleria dei grandissimi ci sono due donne: la prima, inimitabile, è Christel Cranz campionessa olimpica nel 1936 e poi sempre vincitrice fino al 1940, capace di conquistare addirittura 12 ori mondiali, di cui 3 in discesa. La sua compagna ha nome Annemarie Proell, capace di vincere come nessunaltra nella sua lunga carriera: campionessa mondiale, olimpica e vincitrice di oltre 40 gare di coppa del mondo. Ambedue furono a Milano al raduno dei 100 grandi della storia deloo sport per festeggiare il passaggio dal secondo al terzo millennio.
Gli uomini sono di più e limperatore di questo senato è Tony Sailer, primo sciatore ad avere vinto tutti e tre i titoli olimpici nel 1956 a Cortina dAmpezzo. Uomo imbattibile al quale un giorno domandai se non avesse paura a fare un salto mortale per gioco in un giorno di sole e che mi rispose: «non conosco la parola paura». Vinse anche due titoli mondiali (discesa e slalom gigante) due anni dopo e fu secondo in slalom dopo avere vinto tre volte la discesa del Lauberhorn e altrettante la famosa Hannekamm nella sua Kitzbuhel.
Grandi anche i francesi. Tre su tutti: Emile Allais, James Couttet, ambedue polivalenti come Killy, capace di imitare Sailer in tre vittorie olimpiche ma non così perentorio come il fuoriclasse austriaco. In quella circostanza (Grenoble 68), fu anche tolto di classifica laustriaco Karl Schranz al quale era stato concesso erroneamente di ripetere la discesa nello slalom dove sarebbe stato vincitore. Comunque anche Schranz fu un grandissimo e vinse tre ori mondiali e due coppe del mondo.
In questa storia cè anche un tocco sublime che ci riguarda, firmato dallabetonese Zeno Colò. Per destino non è riuscito a anticipare Sailer ai campionati del mondo del 1950 negli Stati Uniti: guadagnò discesa e slalom gigante in modo netto ma cedette per un decimo di secondo il titolo dello slalom al francese Couttet, però prima e dopo vinse due storiche discese del Kandahar e nel 1949 con cinque secondi sul secondo! Nel 52 ormai 30enne seppe guadagnare loro olimpico ai Giochi norvegesi e, se posso dirlo, ero al traguardo e lo abbracciai.
Un altro pilastro fu negli anni Settanta laustriaco Franz Klammer che solo per sfortuna non riuscì a firmare un primato unico in coppa del mondo nel 1974-75: vinse tutte le 8 discese, stabilendo un primato unico, fino allultima, durante la quale si dovette arrendere perché su un salto ghiacciato volò troppo lungo e nellatterraggio gli scappò uno sci...
Lultimo dei leggendari, secondo me, rimane proprio lui.
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