da Salerno
Stranezze e controsensi del calcio. Mentre a Roma decidono che il calcio si dovrà fermare per una domenica, annunciando lo stop di serie B e C, a Salerno va regolarmente in scena il posticipo televisivo tra Salernitana e Ancona (vinto dai campani 1-0). In sostanza, mentre si annuncia che dopo i fatti di domenica si renderà necessaria una pausa di riflessione, nessuno invita a riflettere subito calciatori e pubblico dellArechi.
Eppure Salerno vive una giornata di tensione. Il centro di coordinamento degli ultrà amaranto chiede che venga rinviata la sfida con lAncona. Anche il sindaco Vincenzo De Luca, un diessino atipico, spesso in lotta con lo stesso presidente della regione Bassolino, e il prefetto Meoli sarebbero dellopinione di non disputare la partita. Ma dal Viminale non ne vogliono sapere: la richiesta salernitana viene respinta al mittente, la partita si deve giocare e così sarà.
La decisione non serve però a stemperare la tensione. Sindaco e prefetto temono infatti non tanto la tifoseria di casa, quanto la possibilità che possano arrivare a Salerno tifosi provenienti da Napoli o da altre zone della Campania, magari solo con lo scopo di attaccare la polizia. La città viene blindata: agenti in tenuta antisommossa ma anche in borghese vengono dislocati agli ingressi del capoluogo e nella stazione ferroviaria, ma fortunatamente la calata degli unni resta solo unipotesi.
Il sindaco De Luca intanto mette in guardia gli ultrà amaranto: attenti ai passi falsi perché lArechi è già diffidato e se succede qualcosa il campo verrà squalificato. E con la squadra lanciata nella lotta promozione non ci si può permettere uneventualità di questo tipo. Un messaggio chiaro che la curva accoglie disciplinatamente. Al fischio dinizio ci sono circa diecimila spettatori (che per la C sono sicuramente un bel colpo docchio), ma non spuntano fumogeni nè striscioni contro la polizia.
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