Vincent Bollorè continuerà ad acquistare azioni Generali, arrotondando se possibile anche la quota in Mediobanca. Per ora, è atteso comunque un rafforzamento tutto sommato marginale, e commisurato ai mezzi del finanziere bretone. Alla ripresa dellattività dopo la pausa estiva, dal capofila dei soci francesi di Piazzetta Cuccia arriva un chiaro messaggio sulla volontà di fare lazionista stabile, anche nel Leone. E di grande fiducia sul lavoro di affinamento della governance avviato dal nuovo presidente Cesare Geronzi, subentrato ad Antoine Bernheim: «Sostengo pienamente Geronzi e tutto ciò che va nella direzione di un rafforzamento della presidenza di Generali», ha detto il finanziere. Il gruppo Bollorè, ha aggiunto, «sicuramente» rafforzerà la presenza in Generali, «nella misura delle nostre possibilità».
Dopo la nomina a vice presidente del Leone, Bollorè ha iniziato uno shopping sul gruppo assicurativo triestino con micro acquisti, almeno in rapporto alla capitalizzazione delle Generali, e attualmente avrebbe circa lo 0,14% del capitale. Al patron di Havas fa poi capo il 4,99% di Piazzetta Cuccia, vincolato al patto di sindacato: «Se avremo la possibilità di crescere anche in Mediobanca lo faremo allo stesso modo». Lattesa è in questo caso di un arrotondamento al 5 per cento.
Lingresso di Bollorè nellistituto risale allinizio del 2001 e al riassetto delle quote Lazard in Generali e Mediobanca (nellallora veicolo Consortium). «Eravamo entrati in Mediobanca per sostenere la candidatura di Antoine Bernheim alla presidenza di Generali», ha ricordato. «Dato che si trattava di una partecipazione finanziaria - ha poi spiegato motivando un piccolo riassetto interno - labbiamo messa in Financiere de lOdet, che ha effettuato unemissione obbligazionaria che era in scadenza questo agosto. Bernheim ha dovuto lasciare la presidenza a causa della sua età, quindi per noi era il momento di decidere se uscire o restare. Siamo restati».
A pesare, anche «il potenziale industriale ed economico» dellItalia, la considerazione che «Mediobanca e Generali sono le torri di controllo delleconomia italiana», oltre alle ragioni «del cuore», visto che «io e Bernheim siamo stati ricevuti in modo eccellente in Italia».
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