La demenza fa sempre più paura

Sono oltre un milione gli italiani colpiti, 600mila soffrono di Alzheimer

Luigi Cucchi

In molti anziani solo il pensiero di poter soffrire un giorno di demenza genera ansia, anzi terrore. Cresce la paura di perdere la memoria, il timore di compiere atti inconsulti, di mettere in una pentola accesa delle verdure, accendendo il gas, ma dimenticando di aggiungere l'acqua per una zuppa. Uscire di casa e non ricordarsi più la strada del ritorno. Si teme la perdita della propria autonomia, l'isolamento, la fine della vita attiva.

In Italia soffrono di demenza oltre un milione di anziani. Fanno parte soprattutto degli Over 65, ben 13 milioni di persone, pari al 21,7% della popolazione totale. Le demenze rappresentano le sindromi psichiatriche più comuni: una causa importante di disabilità che, solo nel nostro Paese, fa registrare costi socio-sanitari per 10-12 miliardi di euro l'anno. Per favorirne una gestione appropriata, promuovendo sul territorio la conoscenza e l'applicazione degli obiettivi del Piano Nazionale Demenze, l'Associazione Italiana Psicogeriatria (AIP - presidente Marco Trabucchi) avvia un ambizioso programma di formazione: 13 eventi residenziali previsti da maggio a ottobre, in 13 regioni italiane, per coinvolgere oltre 600 medici sul territorio. L'annuncio è stato dato a Furenze al XVI Congresso nazionale AIP. La società scientifica che raggruppa medici neurologi, psichiatri, geriatri e psicologi attorno alle tematiche della fragilità dell'anziano, in particolare quelle che vedono una importante componente cerebrale. É composta da oltre 2.000 soci provenienti da tutta Italia.

ll progressivo invecchiamento della popolazione ha comportato un sensibile aumento dei disturbi cognitivo-comportamentali di natura neurodegenerativa, destinati ad acquisire in futuro sempre più rilevanza. Tra le sindromi psichiatriche più comuni vi sono le demenze (600mila con morbo di Alzheimer), hanno una prevalenza del 5-8% negli over 65 e, in circa il 15-25% dei casi, possono associarsi a depressione. Nella presa in carico del malato di demenza, dal riconoscimento dei primi sintomi al trattamento a lungo termine, il medico di famiglia è una figura cruciale: presentargli i contenuti e le finalità del Piano nazionale Demenze, educarlo a un corretto approccio diagnostico-terapeutico e renderlo consapevole del suo ruolo centrale nella rete integrata dei servizi sono gli obiettivi che si pone il progetto formativo.

Le demenze sono sindromi degenerative che colpiscono la memoria, il pensiero, il comportamento e la capacità di svolgere le attività quotidiane. Il loro carattere progressivo rende necessaria una diagnosi tempestiva, che consenta di attivare interventi farmacologici e psico-sociali volti a rallentare l'evoluzione della malattia e contenerne i disturbi. Non fanno parte del normale processo di invecchiamento, ma sono malattie da affrontare con determinazione, combattendo il fatalismo ancora presenti nelle famiglie, nella società e talvolta tra gli stessi operatori sanitari.

Partendo da queste considerazioni, il 30 ottobre 2014 la Conferenza Unificata ha approvato l'accordo tra governo e regioni Piano nazionale Demenze che, puntando ad una gestione integrata e multidisciplinare, vuol fornire indicazioni strategiche per migliorare e uniformare la qualità dell'assistenza in Italia: dalle terapie al sostegno e all'accompagnamento del malato e dei caregiver, durante tutto il percorso di cura. L'attività del medico di famiglia è fondamentale.

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