Oltre alla qualità genetica dell'embrione, fondamentale per un corretto impianto, l'altro attore importante è l'endometrio, ossia il tessuto che riveste la cavità uterina nel quale l'embrione si deve impiantare. Oggi si sa che l'endometrio non è sempre recettivo all'impianto embrionario, ma solo per un breve periodo di 5/6 giorni. Tale periodo si chiama, in termine tecnico, finestra di impianto. In passato, questa finestra veniva esaminata tramite biopsia endometriale, assolutamente indolore e studio istologico. Recenti ricerche hanno evidenziato che l'esame istologico non è né correlato con la fertilità femminile, né in grado di distinguere una donna fertile da una infertile. Pertanto, la ricerca ha messo a punto nuovi test in grado di studiare la cosiddetta recettività endometriale.
Si tratta di test genetici che riguardano circa 250 geni, che si esprimono in maniera differente in un endometrio recettivo da uno non recettivo. Gli studi clinici hanno dimostrato che in circa il 25% delle pazienti che hanno un fallito impianto, il trasferimento embrionario viene effettuato in un periodo in cui l'endometrio non è recettivo. Il primo test genetico messo a punto per identificare la finestra di impianto si chiama ERA test (Endometrial receptivity assay). Questo test suddivide, in base all'espressione genica, la finestra di impianto in 3 fasi temporali: stadio prerecettivo, stadio recettivo, stadio post recettivo. Se si effettua il trasferimento nello stadio prerecettivo o postrecettivo gli embrioni non s'impiantano o danno luogo a gravidanze non evolutive. Nella maggior parte dei falliti tentativi di impianto, il trasferimento embrionario era stato effettuato in uno stadio prerecettivo e, quindi, sarebbe stato utile posticiparlo di 24 ore. Oggi, questo test potrebbe essere di particolare utilità nei pazienti che hanno avuto falliti tentativi di impianto, soprattutto in coloro che hanno trasferito embrioni geneticamente sani.
Il fallito impianto può dipendere non solo dal dislocamento della finestra di impianto, ma anche da una alterata espressione genica. La pipelle o graffio endometriale è una metodica che viene spesso effettuata prima del trasferimento, proprio per aumentare la capacità di produzione da parte dell'endometrio di quelle sostanze necessarie all'impianto, che in alcuni casi potrebbero mancare.
Ulteriori test genetici sono, oggi, in grado di verificare il corretto microbiota-microbioma dell'utero. La cavità uterina, infatti, non è sterile. L'endometriocoltura non è in grado di rilevare dal 20 al 40% dei batteri presenti. I test genetici possono vedere perfettamente la composizione batterica uterina.
Verificando due condizioni fondamentali responsabili o del fallito impianto o di una abortività: l'infiammazione cronica dell'endometrio, detta dendometrite cronica, e la disbiosi, la riduzione della flora Lattobacillare al di sotto del 90%. Diversi studi scientifici evidenziano che la disbiosi è in grado di non far impiantare gli embrioni anche in endometri recettivi. Se ne deduce l'utilità clinica di tali test.VP
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