Salva due bambini in mare e muore a pochi metri da riva

da Rovigo

Il gioco di correnti fa strani scherzi in quel paradiso naturale che è il delta del Po. E ieri mattina quelle correnti stavano per portarsi via un bambino di 8 anni e una bambina di 10. I due fratelli, approfittando dei capricci di un altro fratellino, quello più piccolo, capace di attirare le attenzioni della mamma, hanno lasciato la sabbia finissima della spiaggia di Boccasette, frazione di Porto Tolle (Rovigo), e si sono fatti intrappolare dall’acqua invitante dell’Adriatico. Non fosse stato per Primo Romeo Priotto, 56 anni, un milanese in vacanza nella sua terra d’origine con la moglie, i due bimbi sarebbero annegati sicuramente. La generosità del soccorritore, invece, ha permesso ai due fratellini di ritornare sani e salvi tra le braccia della mamma terrorizzata. Ma il prezzo pagato è stato il più alto: il cuore di Priotto, a pochi metri dalla riva, ha ceduto per lo sforzo, e dalla gioia per la salvezza dei bimbi si è passati alla tristezza più cupa per la perdita di questo eroe, morto sotto gli occhi della moglie.
La giornata ieri era incantevole, così come la spiaggia di Boccasette, incorniciata dal sole e dalla magia che settembre regala a questa zona di confine tra fiume e mare. All’improvviso un urlo ha squarciato quel paradiso naturale. L’urlo di una mamma che vede i propri figli portati via dall’acqua. In due lo hanno ascoltato: Primo Romeo Priotto e Mario Sardei, 50 anni, di Vicenza, non hanno perso tempo. Si sono gettati in acqua e sono riusciti a raggiungere i due bambini dopo alcuni minuti, apparsi un’eternità per chi stava a riva.
I due si sono divisi gli obiettivi: Sardei si è occupato della bimba e Priotto del bambino. Qualche secondo per riprendere fiato dopo la nuotata di andata, e poi via, stavolta con un fratellino a testa, verso la spiaggia di Boccasette, dove la tensione era altissima. Ma la paura è durata poco, il tempo necessario ai due nuotatori di arrivare a riva e di permettere alla mamma terrorizzata e a tutti gli altri di tirare un sospiro di sollievo. La gioia è stata tale che, in un primo momento, nessuno si è accorto che il povero Priotto, stremato per le tante bracciate, si stava accasciando, prima ancora di uscire dall’acqua. E quella stessa corrente che aveva afferrato i ragazzini lo stava accompagnando al largo, prima che una giovane di Loreo non se ne accorgesse e si tuffasse per recuperarlo e trascinarlo a sua volta a riva.
E così, dalla gioia di una madre che riabbraccia i figli si è passati al dramma di una moglie che vede morire il marito. In quella spiaggia bellissima, isolata, a cui si arriva passando da un ponticello, non ci sono soccorsi e nemmeno il bagnino. Tra i bagnanti, hanno rivelato al commissariato di Porto Tolle, c’era però un’allieva infermiera che ha fatto quel che ha potuto per rianimare Priotto. Inutilmente.
«Un uomo in salute - dice chi lo conosceva -, non ha mai avuto problemi fisici. Era un uomo in salute, un grande appassionato di pesca sportiva. Prendeva le sue canne da pesca e andava in giro in tutta Italia, per i campionati».
Il referto medico non lascia dubbi: arresto cardiocircolatorio. Ansia, paura, gioia, di nuovo paura, dramma. In pochi minuti la spiaggia di Boccasette ha ospitato un’altalena di emozioni e di sentimenti difficili da sopportare in così rapida sequenza.


Nel luglio dello scorso anno Dragan Cigan, muratore bosniaco di 31 anni, aveva dato la vita per salvare due fratellini trevigiani a Cortellazzo, vicino a Jesolo. Per questo il muratore era stato insignito della medaglia d’oro la valor civile. La stessa che merita la memoria di Primo Romeo Priotto, eroe normale dei nostri tempi.

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