Politica

Salvi: vincevamo tre a zero poi Prodi ha fatto autogol

Roberto Scafuri

da Roma

Senatore Cesare Salvi, eviti «l’avevo detto» perché non è carino.
«Per una volta, questa volta, devo proprio dirlo. L’ho scritto e dichiarato: questa cosa nasce per unire, finirà per spaccare tutto».
Bel profeta di sventura.
«Altro che sventura. Mi sembra di vivere un altro mondo, e sono passati soltanto quindici giorni... Vincevamo tre a zero, come il Milan».
Chi ha fatto autogol, Rutelli?
«Stavolta la scelta della Margherita è comprensibile e in linea con quanto deciso al nostro congresso. Unione, Fed e leadership di Prodi. Sulla lista unitaria, ognuno decide per sé...».
Già, ma la situazione nel frattempo è cambiata. Da ieri è in campo la lista Prodi...
«E che cos’è? Chi riunisce il progetto? C’è un progetto? Vuole Prodi fare il Delors italiano, portare avanti la linea delle socialdemocrazie europee? Io ci sto...».
Non scherzi. Piuttosto è pronto a dare in mano il partito a Prodi?
«Io il partito non lo do in mano a nessuno!».
Ma se già ironizzano, «Lista dei Ds per Prodi»... Cederà anche lei alla deriva peronista.
«Almeno Peròn vinceva le elezioni a beneficio dell’elettorato popolare».
Donna Flavia come Evita...
«Non la vedo. Battuta per battuta, spero che accada... Significherebbe vincere le elezioni e fare più leggi per i lavoratori...».
Rivaluta addirittura Peròn.
«Si sta scherzando».
Ma Prodi è davvero così bollito?
«Ma come si permette?».
Diciamo allora che parte della coalizione sarebbe pronta a cambiare cavallo? Quel nome...
«Due-tre nomi. Quello di cui si parla, Walter Veltroni, ha il vantaggio di essersi saputo tenere fuori da queste diatribe e di aver governato molto bene Roma».
Quindi è giunto il momento di metterlo al posto di Prodi? Ed è per questo che Fassino e D’Alema difendono tanto il Professore?
«Questa del cambio di cavallo mi sembra un depistaggio. La questione non si è mai posta. Al momento c’è la leadership di Prodi e di quella discutiamo, non di Veltroni».
Per lei l’autogol l’ha fatto Prodi. Eppure chiede solo un po’ di stabilità alla coalizione...
«E la stabilità si ottiene rompendo con il secondo partito della coalizione? Se la Margherita non vuole la lista unica, perché forzarla? Anche noi ds possiamo intercettare tanti voti non ideologici e fare concorrenza ai Dl. Al pensionato che ha votato Cdl per l’aumento delle pensioni spieghiamo cosa faremo di meglio, nel loro interesse... Voti che devono tornare a sinistra».
Il Professore voleva solo creare il «timone riformista», ricorda?
«Lasciamo stare la storia del timone riformista. I nostri vecchi dicevano che l’egemonia si produce con i fatti non con le formule...».
Prodi non ha truppe, come fa?
«Così si fa? Spaccando tutto? Si fermi. Calma e gesso, ragioniamo».
Un modo per cucinarlo.
«No, Prodi fa in tempo a recuperare. D’altronde la sua piattaforma è stata accettata da tutti, persino dalla sinistra radicale. Voleva la leadership salda, e nessuno la mette in discussione. Gli abbiamo dato anche la cooperazione rafforzata... Far saltare tutto questo davvero non si può. Abbiamo anche una responsabilità, davanti al Paese. Dobbiamo evitare scossoni, rotture... Agli elettori che cosa diamo? Una lista in più... Non è così che ci si pesa».
Prodi vuole quaranta seggi per i suoi.
«Non è una soluzione, avere dei seggi dagli altri».
Vabè, ma allora come fa a pesarsi?
«Bravo, questo è il contenzioso. Si pesano i voti prima delle elezioni. Con questo andazzo, prima si faranno le elezioni e poi si sceglieranno i candidati...».
In ogni caso il suo partito oggi sta con Prodi.
«Ripeto: calma, ragioniamo. Occorre un dibattito aperto ed eventualmente un referendum tra gli iscritti. Le ricordo che il congresso aveva come tema la stretta alleanza con la Margherita. E oggi la Margherita non c’è più».
È una situazione che si rattoppa?
«Occorre buonsenso. Dobbiamo convincere Prodi a tornare sulla strada dell’unità. Oggi vedo in atto anche uno scontro personale che ha un profilo molto sgradevole. Noi Ds non possiamo e dobbiamo scegliere tra una persona e l’altra... Altrimenti collassa l’intera coalizione».
Sei minuti di follia, e zac! Come il Milan...
«Abbiamo fatto tutto da soli. Però stiamo ancora sul 3 a 2... Non facciamo segnare l’ultimo gol che ci porterebbe ai rigori...

I rigori li tirano gli elettori, e chi parte avvantaggiato perde».

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