Roma - La Roma vince a passo di samba, supera a pieni voti l'esame friulano e brinda al ruolo di vice Inter. Una gran bella partita, giocata a viso aperto e vinta con merito da una squadra giallorossa che ritrova, in un colpo solo, gioco, secondo posto in classifica e Juventus a meno due. Il tutto, numeri alla mano, con la gara contro il Cagliari da recuperare il prossimo mercoledì. Ma non finisce qui. Perché, nella giornata in cui i tifosi della Sud disertano l'Olimpico e si ritrovano al Circo Massimo per protestare contro l'oblio in cui è caduta la morte di Gabriele Sandri, Spalletti ritrova Totti, convocato e rimasto in panchina, ma già pronto per decollare nei prossimi duelli. Tre punti cercati, voluti. La vittoria dell'ordine tattico sugli schemi, della velocità sull'aggressività. Un successo utile per volare in alta quota, ma anche per capire - se ancora ce ne fosse bisogno -, quanto importante sia Taddei per l'undici di Spalletti: esterno di quantità e qualità, tatticamente impeccabile, prezioso anche in zona gol. Sua la prima occasione della gara quando di secondi ne sono passati una manciata: Handanovic ci mette il corpo e il pubblico si scalda. L'Udinese è in gran forma: morde, riparte, regala inserimenti sugli esterni, sovrapposizioni e ottime geometrie. Tutto a gran velocità. Questa è la filosofia di Marino. Da una parte all'altra. Tocca a Quagliarella replicare: tiro dal limite, palla deviata e calcio d'angolo.
Arrivano i gol. Tutti d'un fiato. Inizia la Roma e spetta a Juan buttarla dentro: angolo di Pizarro, Giuly trova l'inserimento del difensore brasiliano che prima conclude su Handanovic e poi, sulla respinta, ribadisce in rete.
Giusto il tempo di esultare e l'Udinese rimette in parità i piatti della bilancia: destro dal limite di Quagliarella, Doni non ci arriva ed è 1-1. Dopo soli dodici minuti, il match è già entrato nel vivo. Roma e Udinese attaccano con tutti gli effettivi e ogni volta che si scatena una ripartenza sono pericoli da una parte e dall'altra. La differenza c'è ed è evidente: la Roma sbaglia meno e gioca meglio. E approfittando degli errori avversari, raddoppia con Taddei. L'azione merita un plauso: il brasiliano sfrutta al meglio un inserimento di Giuly e, complice una deviazione di Lukovic, trova lo spazio per battere Handanovic dall'interno dell'area di rigore. I ritmi calano, la Roma amministra le operazioni ma l'Udinese non molla.
Altro giro, altra corsa. Inizia la ripresa e dopo soli dieci minuti i giallorossi vanno vicini al 3-1 con Vucinic. Lancio lungo di Pizarro, Handanovic esce a vuoto e il montenegrino a due metri dalla linea di fondo cerca il diagonale impossibile che termina di poco a lato. La Roma ha il pallino del gioco e si vede. Spalletti si gode il ritorno in campionato di Taddei, applaude le gesta della diga Juan e riserva rimbrotti al solo Mancini, sotto tono e non in perfetta condizione: troppi dribbling, poco sacrificio e l'ennesima sostituzione. Inizia il conto alla rovescia e l'Udinese rinuncia agli ultimi sogni di gloria allo scoccare del 33': Pinzi atterra Juan con un fallaccio da dietro. Rosso diretto per l'ex laziale e per Dossena che, pochi secondi dopo, insulta Saccani.
Bene per la Roma che negli ultimi minuti, quest'anno, ha sempre dimostrato di soffrire. Male per l'Udinese che, anche in nove, spreca con Floro Flores una ghiotta occasione da gol. Doni ci mette cuore e guanti e scrive la parola fine sul match.
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