Il segreto bancario più impenetrabile d’Europa non è custodito dalle vette delle Alpi svizzere, ma dalle colline dietro a Rimini. È qui, nell’antica Repubblica di San Marino, che i capitali che non amano i riflettori possono dormire sonni tranquilli: per fare un esempio, i giudici italiani possono avere notizie sui conti correnti aperti sulla vetta del monte Titano, ma solo se hanno informazioni di reato notevolmente gravi su una persona o una società. E i reati fiscali non sono tra questi, ci fanno sapere da Banca Asset, una banca fondata da un giovane sportellista della Banca Agricola Commerciale. Il funzionario dà anche qualche consiglio pratico a chi volesse approfittare della riservatezza degli istituti di credito del Paese, dove chiunque può aprire un conto presentandosi con qualsiasi cifra in contanti. La dogana non c’è, ed è molto improbabile che la Guardia di finanza si metta a far posti di blocco sull’A14, l’autostrada del mare delle famiglie italiane.
Ma anche se fosse, il funzionario avvisa che «la Guardia di finanza può ispezionare l’auto, le borse e i bagagli, ma non può fare perquisizioni personali. Noi consigliamo di tenere il denaro addosso». E una volta al sicuro nelle banche della Repubblica, il denaro può partire senza che lo sappia nessuno verso qualsiasi destinazione, paradisi fiscali off-shore compresi.
Chiaro che tanta accoglienza può far venire qualche idea in testa anche a personaggi molto equivoci o delinquenti veri, tutta gente che non è la benvenuta nell’«antica terra della libertà», come ama definirsi la Repubblica romagnola. «Da noi vige il segreto bancario, ma osserviamo con molta attenzione le segnalazioni della polizia su società e personaggi sospetti. E, nel caso sia coinvolto un nostro cliente, interveniamo», assicurano da Banca Asset.
Insomma segreto sì, connivenza certamente no. Un mix che attira capitali ingenti, la raccolta diretta e indiretta è oggi pari a 13,5 miliardi di euro, come a dire 400mila euro per ognuno dei 30mila abitanti di San Marino. Se a questo aggiungiamo che la burocrazia è ridotta all’osso, e la piccola dimensione del Paese rende facile dialogare di persona con le autorità di vigilanza e i politici, si capisce come San Marino abbia le carte in regola per attrarre i capitali italiani e non solo. E cullare un sogno, come racconta Antonio Valentini, presidente delola Banca Centrale della Repubblica di San Marino: «Ci siamo dotati di una normativa antiriciclaggio secondo gli standard mondiali. Non vogliamo più essere considerati un piccolo fastidio da parte dell’Italia.
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