Obiettivo fallito. Moralizzazione dei costi della macchina regionale, economie di spesa nel comparto sanitario, riduzione delle commissioni consiliari e blocco del turnover. Questi erano gli slogan della giunta Marrazzo per giustificare le restrizioni finanziarie, che avrebbero portato al ripiano del debito regionale, e il piano di rientro approvato dal ministero dellEconomia. Adesso però, a sette mesi da quellimpegno si scopre che, tirando le somme, la spesa sanitaria cresce con un trend fisso dell8 per cento annuo. Otto punti che corrispondono a 700mila euro. Parlano chiaro gli atti ufficiali che la giunta Marrazzo ha fornito al ministero dellEconomia e che documentano un aumento dei costi della sanità dal 2004 al 2006 di un miliardo e 400 milioni di euro. Lo ha reso noto il senatore Andrea Augello (An). «I costi della sanità sono passati da 9,3 miliardi del 2004 a 9,7 miliardi del 2005 fino a 10,7 miliardi del 2006, per cui ci troviamo di fronte a una situazione in cui tutte le cifre riferite al 2007 nel piano di rientro risultano irraggiungibili. Possiamo constatare limpossibilità di ridurre di 150 milioni di euro le spese per il personale così come i 41 milioni di beni sanitari e i 369 dei servizi sanitari. Con il blocco del turnover sul pubblico impiego, poi, sono state fatte, nel 2006, 4.250 nuove assunzioni: 2.940 a tempo indeterminato e 1.310 a tempo determinato. Invece di procedere a deroghe mirate lassessore alla Sanità Augusto Battaglia ha fatto in modo di occupare tutte le posizioni vacanti aumentando peraltro anche di altre 350 unità i dipendenti delle Asl. Il risultato è che questanno la giunta Marrazzo sarà costretta a non rimpiazzare il 60 per cento delle cessazioni». Ma per vederci chiaro sul debito sanitario odierno è necessario fare un passo indietro. A quando la giunta ulivista ha dichiarato che analizzando i bilanci delle Asl e delle aziende ospedaliere erano saltati fuori dal cappello 5 miliardi di extra-deficit. Una frottola che la stessa giunta ha dovuto smentire. Prima dinanzi a unindagine approfondita delladvisor finanziario nominato da via XX Settembre e poi, con un elaborato che ha direttamente inviato al ministero. «Lelaborato è molto chiaro - chiosa Augello - infatti lextra debito che la giunta Marrazzo dice di aver ereditato dalla giunta Storace, si attesta sui 2,1 miliardi di euro ed è composto da fatture datate anni 90». Un motivo più che ragguardevole per far sì che il vicepresidente del Consiglio regionale del Lazio, Bruno Prestagiovanni (An) vada a chiedere al governatore Marrazzo di riferire sul debito regionale alla Pisana.
Immediata la replica dellassessore regionale alla Sanità Battaglia: «Il debito verso i fornitori è di 6,2 miliardi di euro. A seguito della chiusura dei bilanci con le Asl del Lazio è emerso inoltre un debito non transatto di 2,7 miliardi, per un totale di 9,4 miliardi. Le assunzioni, invece, sono state 3.973».
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