Alla voce sanità la Lombardia ha i conti perfettamente in ordine. Di più, registra un risultato positivo di 207 milioni di euro. E si conferma la prima in una classe di compagni tutt’altro che diligenti. Ad eccezione del Friuli Venezia Giulia (+121 milioni) e della provincia di Bolzano, tutte le altre regioni hanno i conti in rosso. Deficit registrato non solo nelle ultime «pagelle», ma in tutti i bilanci degli ultimi sette anni.
Complessivamente, dal 2003 al 2009, Asl e ospedali hanno accumulato un buco superiore ai 30 miliardi di euro. E ogni regione ha fatto, in negativo, la sua parte. Le strutture sanitarie lombarde si sono invece chiamate fuori ed hanno preso le distanze dall’andamento generale della classe. La situazione non sembra essere migliorata granché nell’ultimo periodo ed una nuova verifica di classe ci sarà a breve, con le analisi trimestrali dei bilanci del 2010.
A pubblicare, in otto tabelle, la storia dei conti sanitari delle regioni è l’assessore lombardo al Bilancio Romano Colozzi. Lo fa, in qualità di capofila di tutti gli assessori al bilancio regionali, sul suo sito web, Il revisore, riassumendo tutti i numeri accumulati in questi anni. Sarebbe stato più indolore scrivere i nomi dei buoni e dei cattivi sulla lavagna, senza entrare nel dettaglio. Ma tant’è. «Abbiamo analizzato le dinamiche di crescita del fondo sanitario in termini assoluti e pro capite - spiega Colozzi, da tempo braccio destro di Formigoni per gestire la contabilità del Pirellone - l’evolversi della spesa reale e dei disavanzi accumulati: 25 milioni in sei anni». Da qui sono entrati in scena i cosiddetti «fondini», vale a dire i fondi di sostegno agli ultimi della classe, alle regioni con il debito più elevato (Campania, Abruzzo, Molise e Lazio che, da solo, rappresenta un terzo del buco totale).
«La Lombardia - fa i calcoli Colozzi - pur avendo ricevuto risorse inferiori rispetto alla media italiana, ha chiuso i conti con il segno più». Lo studio prende in considerazione solo i dati ufficiali del Ruef (relazione unificata economia e finanza pubblica) e dunque quelli fino alla fine del 2008. A questi si devono aggiungere le prime stime fatte dal governo per il 2009 in base all’andamento dei conti del terzo trimestre dell’anno passato. Ecco così che ai 25 e spacca miliardi di rosso dal 2003 al 2009, vanno sommati altri 4,9 miliardi di buco stimato per il 2009. Con il risultato, poco incoraggiante, di far schizzare il deficit a quota 30 miliardi. Tirando la riga finale in fondo alla colonna di conti, si calcolano quasi 4,5 miliardi di buco ogni anno. Nella classifica dei peggiori, dopo il Lazio arriva il Molise, con un deficit pari al 13,3 per cento su 3,4 miliardi di euro ricevuto grazie al «fondino», e la Campania, con un disavanzo all’11 per cento su 50,3 miliardi di euro ricevuti.
A voler considerare gli ultimi dati, la Lombardia rimane anche la Regione con il rapporto spesa sanitaria/Pil più basso d’Italia: questo valore si attesta al 6,7 per cento contro una media nazionale dell’8,7 per cento. Un dato confermato da quello sulla spesa sanitaria pubblica corrente pro capite che risulta pari a 1.
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