Santa Margherita Natale con la lite sotto l’albero

Mozione del Pdl in consiglio a Santa Margherita Ligure sull'albero-vela in luogo del tradizionalissimo abete, ed è subito polemica a modulazione di reazioni. Dal comprensivo «perché non ci avete illustrato prima l'idea» del consigliere Angelo Bottino reduce dalla Val di Fiemme, alla contraddizione evidenziata da Chiarelli sul fatto che «in città sono stati distribuii alberi veri», al silenzio invocato da Gianni Costa, che ha presentato la mozione su input dei suoi , ma «se fosse dipeso da me non lo facevo; vi siete già fatti abbastanza pubblicità negativa da soli». Perché «il vero dibattito da farsi è sulla crisi di Santa». E mentre l'assessore Corrado inquadra la storia in veste ecologica, snocciola cifre di alberi tagliati e d'ossigeno perduto, Bottino, dopo la vacanza in Val d Fiemme, di boschi ne sa un po' di più e conferma che «una tagliata li aiuta di certo». Alla base resta però la tradizione violata e il simbolo perduto (non quello di Dan Brown); eppure il sindaco De Marchi ci riprova ad illuminare le menti, che sotto l'albero vela ci stanno ecologia, marketing e sentimentalismo. E poi «c'è l'aspetto di filosofia estetica, nata nel 1750, e il soggettivismo dell'oggetto:-puntualizza il sindaco-da allora non si è risolta la questione della soggettività dinanzi all'arte. Pensate alle reazioni alla Tour Eiffel e alla Piramide del Louvre: sono in buona compagnia per affrontare le polemiche». Materia ardua, ma a De Marchi sublimare il quotidiano piace tanto. Lo rifà con l'auditorium della musica oggetto di mozione, reputato antieconomico dalla minoranza, propensa ad una sala polifunzionale. De Marchi cassa il progetto del centro congressi nell'area ospedale vecchio-stazione ferroviaria «per una serie di difficoltà oggettive» lancia l'auditorium dedicato: «In Italia lo hanno solo a Roma e Firenze, e realizzarlo qui può essere un'attrazione culturale qualificata.

Una scelta percorribile dall'imprenditore e per noi recupero di parcheggi a rotazione all'ingresso di Santa». Lo spunto? «Alma Mahler, moglie di Gustav, nel 1931 qui per il Rigoletto, scrisse che era in dubbio se a Vienna sarebbe stato possibile tanto slancio».

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