Cronache

Il Santuario ritrova l’organo del Settecento

«Una serata significativa per diversi motivi: intanto festeggiamo il restauro di uno splendido organo settecentesco, reso possibile dalla generosità della Compagnia di San Paolo di Torino. Uno splendido organo in un luogo suggestivo come il Santuario della Madonnetta, che è una delle parti di questo patrimonio artistico culturale della città di Genova. Quindi un'occasione estremamente importante e positiva e sono lieto di essere stato presente». Sono parole di Marco Doria, sindaco di Genova, che con il delegato alla Cultura Claudio Villa, ha partecipato, insieme ad una numerosa folla di fedeli, al concerto inaugurale preceduto dalla benedizione impartita dall'Arcivescovo di Genova, Cardinale Angelo Bagnasco. Le abili mani di Federico Vallini, organista e Maestro di Coro della chiesa di San Matteo a Roma, attualmente docente di organo e composizione organistica al Conservatorio di Firenze, in un'atmosfera di grande raccoglimento, hanno fatto risuonare nelle sacre mura del Santuario le note dello strumento, costruito in due tempi: il Grand'Organo da Lorenzo Roccatagliata (S. Margherita Ligure, 1733), l'Organo Positivo da Carlo Giuliani (Genova, 1844). La cassa di prospetto proviene da Albisola Superiore e la cantoria è opera dell'intagliatore De Negri, entrambe riccamente scolpite e indorate. Il restauro, opera dei Fratelli Marin, ha interessato tutte le componenti dello strumento ed è iniziato nel 2010.
«Nonostante la mancanza dei fondi per saldare il lavoro, i Fratelli Marin hanno condiviso con il convento l'idea di ultimarlo per poterlo restituire all'uso liturgico e farlo conoscere - rivela Padre Carlo Moro, Priore del Convento della Madonnetta - È stata una scelta coraggiosa da cui speriamo di trarre un buon frutto».
«È lo strumento che accompagna la fede della comunità cristiana - ha affermato il cardinal Bagnasco - un aiuto per elevare l'anima a Dio. Tutta la liturgia ha questo scopo. Nulla nella Chiesa è fine a se stesso - ha proseguito - tutto quanto deve essere strumento per elevarci a Dio. Questa inaugurazione aiuterà il popolo cristiano a crescere nella fede e nell'amore a Dio e ai fratelli. In questa occasione - ha concluso l’arcivescovo di Genova - in attesa della Peregrinatio Mariae, già ora vogliamo rinnovare la dedicazione della nostra città e della nostra Diocesi al cuore della Madonna».
L'organo, strumento degli strumenti, impegna interamente la persona, come il cammino di fede...
«Sì, è vero, l'organo riassume un po' tutti gli strumenti, è una grande orchestra che accompagna il canto e la preghiera del popolo di Dio per elevarlo verso il Cielo. La fede, in effetti, illumina tutta la vita, tutti gli ambiti, i sensi e le attività dell'uomo. C'è una certa analogia, possiamo dire».
In questi tempi difficili si avverte più forte la nostalgia di quell'armonia che la vita di fede porta con sé?
«Sì, momenti di crisi in cui siamo ricondotti in modo rude all'essenziale, a ciò che è più essenziale nella vita. Ne abbiamo tutti bisogno innanzitutto per riscoprire la prospettiva di Dio, quindi il senso profondo della vita umana ma anche il bisogno di stare più insieme, più stretti gli uni agli altri, della relazione, della solidarietà.

I momenti di crisi ci aiutano in questa duplice funzione».

Commenti