Roma - In parlamento sono andati via gli estremismi, ma la guerra tra destra e sinistra, fascismo e antifascismo, quegli scontri che alle Camere sembrano ormai anacronistici, si combattono fuori, per le strade, e all’università. Ieri all’esterno della Sapienza studenti dei collettivi di sinistra e un gruppo di Forza nuova si sono presi a botte per uno spazio sul muro. I feriti non sono gravi, gli arrestati sei, ma la politica, senza distinzione di parte, ha condannato con preoccupazione «la violenza» estremista di questi fatti.
Secondo la ricostruzione della questura di Roma, alcuni giovani di sinistra stavano appendendo dei volantini «contro il fascismo» per coprire manifesti attaccati da Forza nuova il giorno prima. Fanno parte di quei Collettivi che quattro mesi fa occuparono il rettorato contro l’invito del Papa alla Sapienza.
Un auto con a bordo cinque militanti di destra si è fermata in via de Lollis ed è partita la rissa. «Un’aggressione» l’hanno definita i Collettivi. Nella sinistra estrema si è parlato di «raid». Ma non è spedizione punitiva dei «neri» secondo le indagini della Digos, confermate dalla fotografia di un passante: dai militanti di destra sarebbe partita un’aggressione verbale, ma subito dopo, scrive la questura, «si sarebbero avvicinati altri ragazzi provenienti dall’università, per poi scontrarsi fisicamente con gli elementi di destra». L’auto degli attivisti di Forza nuova è stata distrutta. All’ospedale sono finiti in quattro: due di destra e due studenti di sinistra. Ma non ci sono stati coltelli, non ci sono state «teste spaccate», come avevano riferito i ragazzi dei Collettivi: il più grave ha una prognosi di venti giorni per una spalla lussata. Il bilancio finale della polizia colpisce entrambe le parti: in serata sono state arrestate sei persone, quattro militanti di destra e due di sinistra. Saranno processati oggi con rito direttissimo.
La tensione covava da giorni, e in realtà era dall’inizio dell’anno che il clima nell’ateneo romano si era fatto caldo: da quando i Collettivi di sinistra contestarono l’invito a parlare all’università a Papa Benedetto XVI. Negli ultimi giorni però la Sapienza era in fermento per un’altra questione: Forza nuova aveva chiesto spazi per un convegno sulle foibe, con l’europarlamentare Roberto Fiore. Il rettore Renato Guarini aveva detto sì. I Collettivi per risposta avevano occupato la Facoltà di lettere. Lunedì il rettore aveva vietato l’iniziativa sulle Foibe.
L’ingresso di Forza nuova alla Sapienza in realtà è una novità recentissima che non piace a nessuno. La condanna per i fatti di ieri è arrivata anche da Azione universitaria, gli studenti di An. Ma alla Sapienza raccontano che la retromarcia del rettore, la sua cessione alle pretese dei Collettivi, avrebbe infiammato la sfida.
Eppure, commenta Francesco Pasquali, responsabile di Forza Italia giovani, «queste battaglie tra atteggiamenti estremi sono cose lontane dai ragazzi che qui studiano. A prescindere da chi ha scagliato al prima pietra, sono teppisti».
L’aggressione sfociata in rissa è un fatto da «condannare senza alcun attenuante», ha dichiarato subito il sindaco di Roma Gianni Alemanno: in giro ci sono «imbecilli pericolosi che vanno isolati». Walter Veltroni non ha condiviso: «È sbagliato minimizzare, come sta facendo la destra». Alla Camera, Roberto Giachetti del Pd ha chiesto che il governo riferisca. Ma ancora non conoscevano l’ultima versione della Digos: l’aggressione è partita da sinistra.
La condanna è comunque arrivata da tutti i partiti politici, anche se dal governo si sottolinea, come ha detto il sottosegretario all’Interno Alfredo Mantovano, che «occorre evitare di dare a tutto una lettura puramente politica». Il ministro per le Politiche giovanili Giorgia Meloni ha fatto appello agli studenti, perché «rifiutino la logica degli opposti estremismi». Ma ha invitato anche la politica a «rifiutare la logica della strumentalizzazione» per «interesse di parte». Il ministro dell’Istruzione Mariastella Gelmini ha chiesto al rettore una relazione sui disordini. Quanto avvenuto è un campanello d’allarme.
Cosa sta accadendo alla Sapienza?Il rettore Guarini ha sottolineato che l’ateneo eviterà «l’esasperazione delle tensioni già esistenti e garantirà «che l’università resti un luogo di confronto delle idee libero e civile».
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