La Cassazione ha accolto il ricorso presentato dai familiari delle vittime della strage di Nassiriya. In particolare i giudici della Suprema corte ha annullato con rinvio alla corte civile d’appello di Roma la sentenza con cui il 24 novembre del 2009 erano stati negati i risarcimenti per la morte, il 12 novembre del 2003, di 12 carabinieri, 5 militari e due civili italiani deceduti nell’esplosione, in Iraq, di un camion kamikaze. I legali dei familiari hanno espresso il proprio favore rispetto alla decisione degli ermellini. In questa tranche sono coinvolti, ma solo per le «statuizioni civili», i generali Bruno Stano e Vincenzo Lops, che sono stati comunque assolti in modo definitivo per quanto riguarda il procedimento penale. La Procura aveva ipotizzato a loro carico, così come per Georg Di Pauli, il fatto di non avere adottato tutte le misure necessarie alla difesa di Base Maestrale. Ma diversi processi hanno confermato l’assoluzione per tutti loro. Secondo quanto riferito dall’avvocato Francesca Conte, che rappresenta molti dei familiari costituitisi parte civile, il procuratore militare Antonino Intelisano si è detto molto contento della sentenza di oggi. «Nessuno più di me sa quanto è stato difficile questo percorso», ha spiegato alla penalista.
«Questa è una grandissima vittoria morale perchè le famiglie delle vittime di Nassiriya, che io rappresento quasi tutte, non hanno mai chiesto il “vil denaro“ ma hanno combattuto per l’accertamento della verità. Anche quando eravamo soli, perché la Procura militare non ci seguiva, e anche quando il governo ha fatto leggi contro di noi». È questo il commento a caldo dell’avvocato Francesca Conte che ha ascoltato, in Cassazione, la lettura del verdetto che gli ha dato ragione. «Resta un solo rammarico, ossia che la Procura militare non abbia fatto ricorso in Cassazione, insieme a noi, contro le assoluzioni»
Il verdetto della Suprema Corte era atteso per lo scorso 30 novembre ma i supremi giudici avevano disposto l’acquisizione di ulteriori atti e ritenuto necessario più tempo per decidere. Il sostituto procuratore generale militare Francesco Gentile aveva chiesto l’annullamento delle assoluzioni dei due generali solo ai fini civili, per consentire ai parenti delle vittime di ottenere un risarcimento dallo Stato. Finora, infatti, hanno ricevuto poco più di un piccolo indennizzo, hanno sostenuto i legali dei familiari.
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