Una quantità considerevole di «oro azzurro» si trova nel sottosuolo della Sardegna e potrebbe risolvere molti problemi in termini ambientali ed energetici. La Saras, società dei fratelli Moratti, ha deciso di investire nel progetto che punta a estrarre gas metano (si stima una produzione tra 1 e 3 miliardi di metri cubi, ovvero circa 150 milioni di metri cubi lanno per almeno 20 anni) dalle viscere della regione.
Due le aree individuate: lOristanese (concessione Eleonora) e il Campidano di Cagliari (permesso Igia). Laccumulo di metano stimato ad Arborea, vicino a Oristano, basterebbe a soddisfare i bisogni di famiglie e aziende della provincia per ben un quarto di secolo. «Dopo cinque anni di lavoro - spiega Antioco Mario Gregu, responsabile di Sargas - abbiamo maturato la convinzione che valga la pena investire (tra 15 e 20 milioni, ndr) nel progetto. I costi, in proposito, sono tutti a carico del gruppo Saras che non ha beneficiato, se non in maniera marginale, di denaro pubblico». E la Regione, da questa iniziativa, beneficerebbe di un ritorno in royalty non indifferente: tra 1 e 3 milioni di euro ogni anno. Rispetto alle fonti energetiche tradizionali, inoltre, il risparmio derivante dallutilizzo del gas naturale si attesterebbe tra il 25% e il 35%, sia per quanto riguarda gli usi domestici sia per le applicazioni industriali, senza contare i benefici ecologici rispetto agli altri combustibili fossili (i residui della combustione sono praticamente nulli). Il gruppo dei fratelli Moratti assicura anche di non voler fare concorrenza al metanodotto Galsi che porterà il metano dallAlgeria allItalia, «anzi - osservano alla Sargas - si potrà lavorare in sinergia».
Liniziativa in itinerere potrebbe, a questo punto, dare un impulso «verde» alla diffusione di veicoli a metano, sempre che la rete carburanti ci creda e voglia investire in nuove infrastrutture.
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