Scajola: "Su Santoro inchiesta dovuta Non ha la licenza di insultare"

Il ministro dello Sviluppo ha aperto un'istruttoria su Annozero: "Fa voyeurismo e viola l'articolo sull'obiettività del contatto Rai". Il segretario del Pd, Franceschini attacca: "E' una strategia dell' intimidazione contro il sistema informativo"

Scajola: "Su Santoro inchiesta dovuta 
Non ha la licenza di insultare"

Claudio Scajola, ministro allo Sviluppo economico. Il governo ha aperto un’istruttoria su Annozero. Cosa può succedere di concreto?
«Esamineremo insieme ai vertici Rai la coerenza della programmazione con gli obblighi del contratto di servizio vigente. È mia intenzione che il prossimo contratto possa consentire una televisione migliore per tutti, pluralista, rispettosa dei diritti dei cittadini e consapevole della grande influenza che la tv esercita sul pubblico».
Molti, a partire dallo stesso Michele Santoro, sostengono che lei non ha nemmeno gli strumenti legali per convocare i vertici Rai. Le regole sono state rispettate?
«In queste ultime ore ho letto un sacco di sciocchezze e non mi riferisco solo a Santoro. Il ministero dello Sviluppo economico ha inglobato l’ex ministero delle Comunicazioni, che stipula con la Rai, a fronte del canone, un contratto di servizio. Il ministero ha l’obbligo di curare la corretta attuazione del contratto, che consente al ministero di chiedere in qualsiasi momento alla Rai informazioni, dati e documenti, ma anche di disporre verifiche e ispezioni. Il contratto di servizio impone alla Rai il rispetto dei principi di completezza e obiettività dell'informazione radiotelevisiva pubblica».
Il fatto che la trasmissione ha fatto buoni ascolti non fa pendere la bilancia a favore di Annozero?
«È mai possibile, lo chiedo a tutti coloro che difendono a spada tratta Annozero e il suo stile di televisione, che la rincorsa all’audience si debba fare solleticando gli istinti, il voyerismo, il confronto urlato, quasi con la bava alla bocca non affrontando con serietà i temi di interesse generale per far crescere la coscienza civile del Paese?»
Il candidato alla segreteria del Pd Pier Luigi Bersani la invita a occuparsi delle crisi e non della Rai.
«Tutti i giorni al Ministero esaminiamo difficoltà aziendali. Abbiamo affrontato più di duecento crisi e a molte abbiamo già trovato soluzione. La mia porta è sempre aperta. Certo, il mio stile di lavoro è concreto e silenzioso, lontano dalle lenzuolate mediatiche e inconcludenti di altri tempi. Mi stupisco che Bersani non sappia che il Ministero ha una competenza diretta sulla Rai».
Non c’era un problema di opportunità? Il quotidiano Repubblica l’ha accusata di abuso di potere.
«Sento il diritto-dovere di esercitare fino in fondo le mie competenze istituzionali a salvaguardia di un bene pubblico quale la corretta informazione, che è l’altra faccia della libertà di stampa. Se nel passato i miei predecessore non hanno esercitato fino in fondo la vigilanza sul rispetto del contratto di servizio è un problema suo, non mio».
C'è stato un episodio preciso che l'ha spinta ad agire?
«Il Contratto di servizio scade a fine anno e sono in corso le procedure per il suo rinnovo. Avevo già in animo di avviare un confronto con i vertici Rai. Diciamo che Annozero ha accelerato questa esigenza, perché la trasmissione dell'altra sera ha messo in evidenza una serie di problemi che riguardano anche altri aspetti della programmazione Rai».
Quali?
«Un eccesso di scandalismo allusivo; la volontà di imbastire processi mediatici basati sul gossip, lasciando intendere notizie di reato che invece non ci sono; un’amplificazione e pubblicizzazione di temi e argomenti che attengono alla vita privata. Per questo abbiamo deciso di incontrare i vertici Rai per ragionare sul prossimo Contratto di servizio, incontro che avverrà al mio ritorno dal viaggio negli Stati Uniti della prossima settimana».
Non pensa di avere in qualche modo portato acqua al mulino di Santoro?
«Non sono influenzato dai riflessi politici di questa o quella trasmissione. Mi interessa che il sistema informativo e culturale della Rai sia coerente con i valori dei cittadini che pagano il canone».
Ha sentito Berlusconi in questi giorni? Come sta vivendo questa situazione?
«Gli ho parlato al suo rientro dagli Stati Uniti. Mi ha parlato della grande considerazione nei confronti dell’Italia e della sua attività al G20 e della consegna nei prossimi giorni di altri 500 alloggi per i terremotati dell'Aquila. Queste trasmissioni imperniate su accuse calunniose non interrompono la sua voglia di fare per il bene del Paese».
Caso Santoro a parte, è possibile che la televisione di Stato faccia un’informazione sopra le parti?
«Sì.

Alla Rai, ai suoi dirigenti, ai suoi giornalisti, spetta il compito di realizzare trasmissioni che si sforzino di essere e di apparire obiettive e imparziali e di realizzare programmi di qualità. La libertà di stampa non è licenza di insulto».

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