Schiaffo del Leonka al Comune: "Via San Dionigi non è all'altezza"

Gli autonomi annunciano una serie di eventi, anche senza sede, tra cui la Festa del Raccolto

Schiaffo del Leonka al Comune: "Via San Dionigi non è all'altezza"
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Il Leoncavallo dice no. Niente capannone in via San Dionigi. "Non è all'altezza" scrivono sul loro sito i leoncavallini con fare sprezzante. Faranno festa non appena leggeranno la notizia, viene da dire, i residenti del quartiere che avevano manifestato con i rappresentanti del centrodestra milanese (nella foto) a Porto di Mare.

Non solo, anche senza sede gli attivisti del centro sociale di via Watteau hanno già annunciato l'intenzione di portare avanti alcuni eventi culturali diventati un classico della programmazione come "la Terra trema", la fiera enogastronomica indipendente, presente in corteo sabato con l'iconico trattore, e le illegali Festa della Semina e del Raccolto (della marijuana. In 30mila circa sabato hanno affollato le vie della città, tra provocazioni alle forze dell'ordine, insulti contro il Governo e lanci di uova, oltre all'occupazione flash del Pirellino, al centro dell'inchiesta sull'urbanistica e simbolo del modello Milano contestato. Una manifestazione che gli autonomi leggono come una manifestazione a favore degli spazi sociali, non importa se occupati abusivamente o meno. "Ora le associazioni e i collettivi transgenerazionali del Leoncavallo sono nomadi e lo saranno per un qualche tempo. Il destino è indeterminato".

Ed ecco la risposta sprezzante degli stessi leoncavallini dell'area di via San Dionigi, che il Comune ha messo a bando per regolarizzare il Leoncavallo, dopo lo sgombero del 21 agosto, e che gli autonomi non vogliono più, o meglio non possono permettersi. Per partecipare al bando per l'eventuale assegnazione del capannone, è necessario anticipare 200mila euro per la bonifica dall'amianto e spendere un paio di milioni di euro per ristrutturarlo. "Un posto malsano, forse avvelenato, sul quale occorrono ulteriori indagini per attestare che non si metta a rischio la salute di chi ci entra. Tutto questo costituisce una barriera economica estremamente rilevante per chiunque. Ci sembra - scrivono - che la proposta non sia all'altezza della storia del Leoncavallo ed è lontana dai desiderata di quella parte di città che ha manifestato Sabato". Dopo lo schiaffo colmo di ingratitudine al Comune, il Leonka si mette in tour (per fare cassa): "La nostra volontà è proseguire l'autunno con alcuni interventi culturali - dicono - dove e come è tutto da costruire. I collettivi interni si stanno organizzando per costruire un calendario di iniziative di solidarietà per la Cassa di Resistenza" (quella aperta per mettere insiemei fondi per la bonifica).

Questo forti dell'avvio dell'iter per il vincolo anche sull'archivio storico dedicato a Fausto e Iaio, che si aggiunge a quello sui graffiti di Dauntaun" . "L'obiettivo è chiaro,: non è solo il diritto ad esistere del Leoncavallo, ma quello degli spazi sociali tutti".

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