Roma Non si cambia da oggi, né da domani, perché la legge delega sulla regolamentazione degli scioperi nei trasporti dovrà affrontare un viaggio non breve in Parlamento. I decreti delegati dovranno essere varati entro 12 mesi. E, tuttavia, la strada appare segnata. Non più agitazioni selvagge, ma limiti precisi di rappresentanza per la proclamazione dello sciopero. Non più blocchi stradali e degli aeroporti, ma multe esigibili fino a 5mila euro per chi protesta al di fuori delle regole. Non più danni alle aziende per l’«effetto annuncio» di agitazioni proclamate e revocate all’ultimo momento, ma un «congruo anticipo» per la cancellazione dello sciopero. Ed entro due anni - così dice il testo approvato ieri - il governo procederà a stilare un Testo Unico delle disposizioni in materia di sciopero.
Il via libera al disegno di legge delega è stato concesso, all’unanimità, dal Consiglio dei ministri. Ora il testo va alle Camere per una verifica politica e tecnica, visto che deputati e senatori ascolteranno tutte le parti interessate: sindacati, imprese, esperti. «Questo non è un decreto, non entra in vigore stanotte. Preoccupazioni e critiche pregiudiziali su presunte soluzioni autoritarie sono dunque fuori luogo - osserva il ministro del Welfare Maurizio Sacconi, riferendosi ai commenti negativi della Cgil -, ma non potevamo stare fermi a guardare, di fronte a tutti questi scioperi».
Ed ecco i capisaldi del provvedimento varato ieri a palazzo Chigi. Il punto nodale è quello della rappresentanza: per proclamare lo sciopero nei trasporti occorrerà che i sindacati rappresentino oltre il 50 per cento dei lavoratori interessati. Insomma, niente più siglette che bloccano un settore. Per le sigle che raccolgono almeno il 20 per cento di rappresentatività, la proclamazione dello sciopero deve essere preceduta da un referendum obbligatorio, da cui deve scaturire almeno un 30 per cento di «sì» dei lavoratori interessati a livello di settore o di azienda. Nei servizi pubblici essenziali, si prevede il divieto di forme di protesta lesive del diritto alla mobilità e alla libertà di circolazione. Stop anche a «Tir selvaggio»: i trasportatori dovranno garantire servizi minimi e limitare la durata della protesta.
In alcuni servizi o settori «di particolare rilevanza» per scioperare servirà un’adesione individuale e preventiva, disciplinata attraverso i contratti di lavoro. Per via contrattuale sarà regolato anche lo «sciopero virtuale» che potrebbe avere modalità diverse, con o senza la trattenuta dal salario. In questo caso, anche l’azienda dovrà subire un danno «più che proporzionato», precisa Sacconi.
Blocchi della circolazione stradale, degli aeroporti o dei binari saranno puniti con sanzioni amministrative, oltre a quelle penali già in vigore. Le sanzioni per lo sciopero selvaggio vanno da 500 a 5mila euro, saranno decise dalla Commissione di garanzia e riscosse da Equitalia (la società pubblica per la riscossione dei tributi). Così, spiega Sacconi, «le sanzioni saranno finalmente effettive». La Commissione allarga le proprie competenze, con funzioni di natura arbitrale e conciliativa. Avrà anche il compito di verificare la partecipazione agli scioperi, monitorando sia i conflitti sia la rappresentatività dei sindacati che li proclamano.
Colpo di freno, inoltre, sull’«effetto annuncio». Gli scioperi proclamati e poi revocati all’ultimo minuto danneggiano particolarmente le aziende (ne sa qualcosa la vecchia Alitalia). Con le nuove norme, occorrerà un «congruo anticipo» per revocare lo sciopero.
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