Michele Anselmi
E se Romanzo criminale fosse un po il nostro Oceans Eleven? Prendete il manifesto, molto cool, con i sette protagonisti - tutti bei volti dellitalico star-system - in posa, su fondo rosso: chi in piedi, chi seduto, a restituire un impianto corale che promette emozioni forti, per la serie sesso & pistole. Di sicuro non è un caso che, secondo solo a La tigre e la neve di Benigni, Romanzo criminale sia tra i film italiani più costosi della stagione: 8 milioni di euro. Tuttaltro che una bazzecola per i nostri angusti standard, infatti c'è voluto l'intervento della Warner Bros, più contributi francesi e inglesi, per realizzarlo. Pare che i gran capi hollywoodiani della major, dopo averlo visto (chissà come sarà stato tradotto il colorito slang romanesco), abbiano fatto un pensierino su un eventuale lancio americano. Vedremo.
Intanto è qui in Italia, dove esce venerdì in 300 copie, che la gangster-story da 140 minuti deve fare scintille, proponendosi - ecco la scommessa - come un filmone popolare, da multiplex e pop-corn, rivolto specialmente al pubblico giovane. L'obiettivo della produttrice Cattleya è di totalizzare 4-5 milioni di euro nelle prime due settimane, prima che il «ciclone Benigni» irrompa nelle sale, il 14 ottobre, con le sue 900 copie. Ci riuscirà?
Certo gli ingredienti non mancano, impastati da Placido con rapace senso dello spettacolo, un occhio a Quei bravi ragazzi e un pizzico di pedagogia politically correct: sparatorie, erotismo, bische, cocaina, amicizia virile, imboscate, servizi deviati e tante canzoni d'epoca, a scandire il passare del tempo (da Ho in mente te a I heard it through the grapevine, rifatta da Giorgia per i titoli di coda). Solo i diritti musicali sono costati 350mila euro, figurarsi il resto.
Stefano Accorsi e Kim Rossi Stuart, per la prima volta insieme sullo schermo, sono infatti gli attori più pagati del nostro cinema; e anche gli altri, Pierfrancesco Favino e Claudio Santamaria, Riccardo Scamarcio e Jasmine Trinca, non è che scherzino. Insomma, al di là dei risultati estetici, è lecito guardare a Romanzo criminale come a unoperazione-pacchetto piuttosto inedita, pensata in grande, per creare levento. Mancano allappello solo Luigi Lo Cascio, Alessio Boni e Giovanna Mezzogiorno e forse sarebbe stato troppo.
«Noi siamo bestie feroci, loro animali da cortile» ringhia il Freddo al Libanese nell'atto di dichiarare guerra ai vecchi boss della malavita.
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