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Scommessa Palermo Polo d'eccellenza per crociere e diporto

Ma è già allerta mafia: nel mirino il capo dell'Autorità di sistema portuale Sicilia ovest

Antonio Risolo

È ancora un progetto, ma Cosa Nostra fiuta il business e gioca d'anticipo. Con minacce pesanti - secondo alcune voci attendibili - a Pasqualino Monti, da circa un anno presidente dell'Autorità di Sistema Portuale del Mare di Sicilia Occidentale (porti di Palermo,Trapani, Termine Imerese e Porto Empedocle). Le presunte intimidazioni mafiose, tuttavia, non hanno impedito il regolare svolgimento del convegno palermitano «Noi il Mediterraneo... 12 mesi l'anno», le cui conclusioni hanno trovato d'accordo gruppi crocieristici, compagnie che gestiscono ferries, Autostrade del mare e il mondo dello yachting. Davanti a una folta platea di operatori, sono intervenuti Edoardo Rixi (sottosegretario alle Infrastrutture e Trasporti), Barbara Amerio (numero uno di Amer Yachts e presidente settore superyacht Ucina), e Marco Cappeddu (direttore generale di Nautica Italiana).

Rixi, in particolare, ha parlato di occasione storica, dopo anni in cui i governi che si sono succeduti alla guida del Paese, «hanno colpevolmente sottovalutato la risorsa mare», sottolineando la necessità di affermare in Europa la centralità del Mediterraneo e di procedere a un coordinamento fra le competenze sul mare sparse fra diversi ministeri. Una necessità ribadita anche dal presidente di AssArmatori, Stefano Messina, che ha rimarcato come l'efficienza delle Autostrade del mare rappresenti «la chiave del futuro», e dal capo di Confitarma, Mario Mattioli, che ha rilanciato la proposta del Ministero del mare.

In breve: un'apertura di credito per Palermo, secondo Pasqualino Monti. «Palermo e i porti del suo sistema - ha aggiunto Monti - sono diventati oggetto di impegni espliciti da parte delle compagnie».

«La chiave di volta dello sviluppo turistico-portuale delle nostre coste - il parere di Cappeddu - dovrà fondarsi sempre più sul link tra industria nautica, infrastrutture e servizi di qualità. C'è una ricchezza inespressa che chiede solo di poter esplodere. In questo senso chiediamo alle Istituzioni di rivolgere uno sguardo prioritario non solo al grande traffico marittimo, ma anche al diporto. Perché un solo diportista di valore può lasciare sul territorio una spesa pari a quella di decine di croceristi».

«Nuove marine, nuove opportunità - la riflessione di Barbara Amerio, che attacca il lungo immobilismo della Regione - Ho notato la forte volontà del presidente Monti: ha presentato un piano imponente, invitando proprio Ucina a dare un contributo qualificato per una vision strategica per quanto concerne lo sviluppo della grande nautica. La più grande isola del Mediterraneo - ha aggiunto Amerio - ha un'enorme potenzialità per il diporto turistico e attività di charter. Le coste siciliane, tra l'altro, godono di una stagione allungata, della vicinanza con le isole minori, della rinomata ospitalità. Un mix che potrebbe fare da volano a un'economia basata sulla nautica da diporto che ha il coefficiente più alto a livello occupazionale: 7.4, mentre il moltiplicatore di reddito è 5.9. Senza dimenticare, ad esempio, che la Liguria offre 25.374 posti barca, la Sicilia appena 224».

Poi l'affondo, per concludere: «Il confronto a fine convegno con l'ammiraglio Salvatore Gravante ha fatto emergere quel lungo

immobilismo che ha toccato le coste siciliane occidentali così poco sviluppate per il turismo nautico, in contrapposizione con la voglia di fare di Pasqualino Monti e delle compagnie di navigazione disposte a investire».

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