Scontri e manganellate: bloccati i neofascisti

Tensione alle stelle, piazza Aspromonte accerchiata da poliziotti e carabinieri, scontri e manganellate quando Forza Nuova ha cercato di sfondare il cordone delle forze dell’ordine. Giornata pesante finita fortunatamente nel migliore dei modi. Scintille quando gli estremisti di destra hanno gridato «Dove sono gli antifascisti?» e un adolescente un po’ sciroccato ha risposto «Qui!». Creando non poco trambusto. Anche quello comunque subito ricomposto in pochi minuti.
Si è concluso così un sabato pomeriggio che si presentava a dir poco rovente. I dirigenti di Forza Nuova- avevano infatti incassato un pesante rifiuto alla richiesta di organizzare un corteo da Oberdan a Duomo per protestare contro lo strapotere delle banche. Anche perché alla manifestazione avevano già dato la loro adesione partiti «fratelli» di Spagna, Grecia e Ungheria. Alla fine però il questore Vincenzo Indolfi vista la presenza in piazza di 100mila persone per Bayern-Inter, ma soprattutto le minacce dell’estrema sinistra di andare a impedire l’incontro, aveva concesso solo uno spazio per il comizio a scelta tra Aspromonte, sede milanese di Fn, e Bernini. Ma niente corteo: se i militanti volevano coprire i 500 metri tra le due piazze, dovevano farlo alla spicciolata, a piccoli gruppi. Come alla spicciolata i militanti avevano cominciato ad arrivare fin dalle 13, trovando però l’intero piazza in una morsa di ferro. Pullmini e camionette chiudevano la piazza, vigilata poi da un paio di centinaia di uomini in tenuta antisommossa.
E iniziava l’attesa. Tre ore, fino a quando verso le 16 circa 150 militanti di destra serravano le file iniziando a muoversi compatti verso Bernini. Pochi metri ed erano subito circondati da almeno altrettanti tra poliziotti e carabinieri. E iniziava lo spingi spingi. E come sempre capita, dopo qualche minuto di tensione sotto il sole, saltavano i nervi. Qualche parola di troppo, uno spunto galeotto e le forze dell’ordine reagivano con una scarica di manganellate. Non più di venti secondi poi tornava la calma. «Denuncerò il questore per questo - urlava Roberto Fiore segretario nazionale di Fn - Era disposto a trasformare questa piazza in un campo di battaglia per un puntiglio, visto che non ci sono comunisti per chilometri».
Le parti continuavano a fronteggiarsi ancora per diversi minuti fino a quando la Questura non concedeva l’altro angolo della piazza, dove sistemare il camioncino, da usare come palco per il comizio. Brevissima la distanza, cinquanta metri, ma sempre corteo era. Una piccola indubitabile soddisfazione poiché, dati i numeri, i «camerati» non potevano fare di più. Così mentre gli oratori si preparavano a parlare, loro si sfogavano con slogan di vario tipo, tra cui «Dove sono gli antifascisti?». Trovandone uno alla fine: un quattordicenne che, lasciato mamma e sorellina a giocare sulle giostre del parchetto, era andato a lanciare il suo guanto di sfida. Immaginabile il parapiglia, con i manifestanti che accennavano a un inseguimento, subito bloccati dal servizio d’ordine di Fn, mentre un agente della Digos portava al sicuro lo svaporato adolescente. Prendendo nella fuga una terrificante testa contro un albero. Di fatto l’unico «caduto» di questa giornata.
Giornata che ormai volgeva al termine.

Parlavano prima i delegati ungheresi, greci e spagnoli, con traduzione simultanea, poi interveniva lo stesso Roberto Fiore. E alle 18, tra applausi a saluti romani, la manifestazione chiudeva, facendo tirare un grosso sospiro di sollievo alle forze dell’ordine che sfilavano i caschi e risalivano nei mezzi.

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