Scontro tra italiani e talebani Ferito un alpino

Scontro tra italiani e talebani Ferito un alpino

Una missione delicata per catturare un pezzo grosso dei talebani. Uno scontro a fuoco senza esclusioni di colpi con diversi insorti uccisi e un alpino paracadutista ferito a una coscia. Il caporal maggiore Giovanni Valeriani, 22 anni, sta bene, ma un proiettile lo ha colpito vicino al femore sinistro.
L’ultima battaglia degli italiani nell’Afghanistan occidentale scoppia alle due di notte, le 23.30 di venerdì in Italia. I corpi speciali della Task force 45 hanno appena lanciato un’operazione delicata e segreta. L’obiettivo è un capo talebano di medio livello che l’intelligence ha segnalato a 40 chilometri da Farah, il capoluogo della provincia e base della Task force. Gli incursori del 9° reggimento Col Moschin avanzano per individuare il comandante talebano. I ranger del 4° reggimento alpini paracadutisti di Bolzano cinturano la zona per garantire la sicurezza. Con loro ci sono anche gli afghani dell’Ana, l’esercito nazionale. Appena giunti sul posto sono attaccati dai talebani armati di razzi Rpg e fucili mitragliatori kalashnikov. Sparano senza sosta, ma i ranger rispondono prontamente al fuoco con tutte le armi in dotazione. Il caporal maggiore Valeriani spunta dalla botola di uno dei blindati Lince della missione. Attaccato alla mitragliatrice pesante Browning spara contro il nemico aiutato dal visore notturno. Un proiettile lo colpisce alla coscia. Il giovane ranger continua a sparare fino a quando gli assalitori sono travolti. Sul terreno rimangono diversi talebani uccisi e alcuni feriti. Del comandante, obiettivo della missione, sembra non esserci traccia. Alla fine del combattimento, Valeriani è stabilizzato ed evacuato via terra verso il Role 2 americano di Farah, dove subisce un intervento chirurgico. Ieri è arrivato ad Herat e oggi dovrebbe rientrare in Italia. Rimasto sempre cosciente ha chiamato a casa per tranquillizzare la famiglia. «Era stato appena stato ferito, ma ci ha subito rassicurati dicendo che stava bene», ha spiegato Rosalia, la mamma. I genitori vivono a Marcellina in provincia di Roma. «A mio figlio - racconta il padre Giuseppe - è sempre piaciuto il suo lavoro. Da tre anni è in servizio presso gli alpini paracadutisti di Bolzano».
Ieri mattina i talebani hanno attaccato anche nella provincia di Badghis, nel settore italiano, dove è arrivata da poco la brigata alpina Julia.

Un convoglio del Programma alimentare mondiale, scortato da soldati della Nato non italiani, è finito in un’imboscata. I militari hanno risposto al fuoco «avanzando verso le posizioni degli insorti», si legge in un comunicato della Nato da Kabul. Due talebani sono morti e sei motociclette utilizzate per l’attacco sono state distrutte.

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