Da uno scoop della concorrenza la tempesta che ha travolto l’impero dello «squalo»

Il 9 luglio scorso il “Guardian” pubblica la notizia bomba: il gruppo editoriale «News Corporation» di proprietà del magnate australiano Rupert Murdoch, che pubblica anche il “Sun” e il “Times”, ha pagato oltre un milione di sterline per appianare in sede extragiudiziale tre cause legali che rischiavano di «rivelare le prove di ripetuti coinvolgimenti di giornalisti del gruppo nell’uso di metodi criminosi per ottenere informazioni». Cioè intercettavano illegalmente, assoldando investigatori privati, le conversazioni e le email di vip e politici. Così è scoppiata la bufera che ha travolto il tycoon: migliaia, forse tremila (secondo indiscrezioni da Scotland Yard) le persone intercettate illegalmente. Ora il gruppo rischia di dover affrontare una causa collettiva multimilionaria da record.

Le rivelazioni del “Guardian” hanno inoltre innescato un acceso dibattito sul ruolo nella vicenda di Andy Coulson, attuale responsabile della comunicazione per il partito conservatore, che era vicedirettore del “News of the World” nel 2007, quando un giornalista del tabloid fu condannato a quattro mesi di prigione per aver ingaggiato un investigatore privato che piratò i telefoni cellulari di tre dipendenti di Buckingham Palace. In quell’occasione Coulson rassegnò le dimissioni dalla direzione del giornale.

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