Scoperta la causa segreta del raffreddore

C’è chi beve quotidianamente litri di spremuta di arance, chi si affida ai rimedi della nonna e chi spende una fetta dello stipendio in farmacia per combattere i sintomi dell’odioso raffreddore. In Italia centinaia di migliaia di persone (milioni in tutto il mondo) combattono il naso chiuso e le difficoltà respiratorie come possono. In ordine sparso. Sono infatti tutti rimedi che controllano i sintomi ma nessuno è in grado di colpire la causa, cioè il virus che scatena il raffreddore. Gli studi al riguardo sono tanti, l’ultimo in ordine di apparizione fa ben sperare in un futuro farmaco che stronchi il raffreddore fin dalla nascita. O che addirittura lo elimini prima del nascere.
La «scoperta della speranza» arriva dal Canada, da un gruppo di studiosi capitanati dal professor David Proud, del dipartimento di Fisiologia dell’Università di Calgary. I ricercatori hanno identificato dei meccanismi di risposta delle nostre cellule e hanno concluso che i sintomi del raffreddore non dipendono dall’azione diretta del virus ma dalla risposta del nostro organismo.
I ricercatori si sono concentrati sullo studio del rinovirus, una delle principali cause scatenanti del raffreddore. Gli scienziati sono partiti da una piccola e mirata indagine. Hanno prelevato campioni dai nasi di 35 volontari 17 dei quali erano stati infettati dal rinovirus. Dopo due giorni dall’inoculazione del virus, è emerso che nel gruppo dei pazienti «infettati» si contavano ben 6.500 geni modificati a differenza di quelli a cui non era stato inoculato il rinovirus. Inoltre - e qui sta la parte più innovativa - i ricercatori hanno evidenziato che alcune cellule aventi geni difettosi che producono una proteina chiamata «viperin», contenevano più rinovirus.
Questo segnale, secondo i ricercatori, lascia ben sperare. In sostanza loro pensano che manipolando la viperina si potrebbero trovare nuove vie per trattare il rinovirus. Il professor Proud ha spiegato che la sua ricerca è necessaria perché i raffreddori non vanno sottovalutati. «Sono considerati infezioni minori del naso e della gola, ma possono invece causare serie complicazioni in pazienti che hanno la salute cagionevole». Il rinovirus, infatti, è la maggiore causa del raffreddore comune ma è anche importante patogeno in casi più seri come l’asma e patologie polmonari. «Questo è il primo studio che identifica diversi gruppi di geni che possono contribuire alla risposta antivirale - ha commentato con entusiasmo Proud -. Le scoperte dello studio, dunque, sono un importante passo verso strategie di trattamenti e prevenzioni del raffreddore più mirate. Ed è un’utile guida per la scienza che studia i problemi di respirazione».
Più cauto il commento di Matteo Moro, virologo del San Raffaele di Milano, che frena su un ritrovato miracoloso, soprattutto frena sui tempi a breve termine di un'applicazione di massa. «La scoperta canadese si basa sulla sperimentazione di un piccolo gruppo di pazienti ma comunque è una buona premessa per sviluppare una ricerca che durerà però molto tempo». Bisogna dunque armarsi di pazienza e aspettare che la sperimentazione vada avanti.

«Attualmente le nostre armi di cura per il raffreddore sono la terapia sintomatica, come l’aspirina, i rimedi della nonna, i mucolitici – ammette Moro -. Certo, sarebbe bello poter agire direttamente sul virus, anzi, sarebbe strategico per i bambini, anziani e soggetti immunodepressi dove si possono sviluppare delle infezioni serie».

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