da Londra
Da Bambi a Moby Dick, dalla vita terrestre a quella acquatica. Una straordinaria trasformazione evolutiva durata 8 milioni di anni di cui finalmente si è scoperto l'anello di congiunzione. Si chiama Indohyus il piccolo mammifero - somigliante ad un cervo ma dalle dimensioni di una volpe - progenitore delle balene. Un animale terrestre, fino ad oggi sconosciuto, vissuto 48 milioni di anni fa e considerato da un gruppo di paleontologi statunitensi l'antenato degli antenati dei cetacei. Non solo balene, dunque, ma anche orche e delfini. Come già aveva intuito Charles Darwin, il primo a supporre la discendenza dei cetacei da animali terrestri. Ora la sua ipotesi ha trovato conferma in uno studio scientifico, pubblicato dalla rivista Nature, coordinato dal professor Hans Thewissen del Northeastern Ohio Universities College of Medicine, Rootstown (Stati Uniti). I primi mammiferi acquatici risalgono a circa 50 milioni di anni fa: esemplari di archeocèti, che si distinguevano dagli attuali cetacei per le narici (al posto degli sfiatatoi) e la dentatura acuminata. Nonostante le evidente somiglianze, solo negli ultimi 15 anni - grazie al ritrovamento di nuovi fossili - è stato possibile ricostruire completamente il loro scheletro, e quindi ottenere conferme sulla lontana parentela. L'equipe di Thewissen ha compiuto un ulteriore salto all'indietro nel tempo.
«Studi su ossa e denti del mammifero hanno confermato che l'Indohyus passava nell'acqua gran parte del proprio tempo», ha spiegato il ricercatore, smentendo di fatto una vecchia teoria secondo cui i cetacei avrebbero abbandonato la terraferma per meglio cacciare i pesci. «L'Indohyus era un animale erbivoro, ritengo che sia molto più probabile che la spinta verso l'acqua sia stata data dalla necessità di sfuggire ai nemici», la sua tesi. Era stato un geologo indiano, tale A Ranga Rao, a rinvenire oltre 30 anni fa nella regione del Kashmir i resti fossili dai quali è scaturita la scoperta, accidentale per non dire fortunosa, dell'Indohyus. Mentre un tecnico maneggiava uno dei crani, il reperto si è rotto, disvelando in prossimità dell'orecchio dell'animale una struttura ossea inusuale.
«Nella maggior parte dei mammiferi quest'osso è concavo, mentre nelle balene ha una forma unica - fa notare Thewissen -. Esattamente come quella che avevamo sotto gli occhi: all'interno molto spesso, all'esterno sottile. Come in nessun altro mammifero esistente». Negli esami successivi gli stessi ricercatori, che negli ultimi 15 anni sono riusciti a ricostruire quasi interamente l'albero genealogico dei cetacei, hanno rilevato somiglianze anche nella dentatura. Secondo Fred Spoor, un antropologo del University College of London, il significato della scoperta di Thewissen può essere paragonato al rinvenimento dell'Archeopterix, il primo fossile che dimostra l'evoluzione dei dinosauri in uccelli.
«Per anni i cetacei sono stati strumentalizzati dai creazionisti perché le strutture delle più antiche balene, del tutto simili a quelle attuali, denunciavano un enorme salto evolutivo - l'opinione di Spoor -.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.