Scudo fiscale Un emendamento propone lo slittamento a giugno

Prima le richieste degli addetti al settore, poi un atto parlamentare. La proroga dello scudo fiscale, la cui scadenza è fissata al 15 dicembre, fa capolino nel dibattito politico. Sin dall’approvazione dell’operazione di rientro dei capitali dall’estero, sono stati infatti in molti, banche e commercialisti in primis, a chiedere una proroga della scadenza dei termini. Al Senato la maggioranza, attraverso un emendamento a firma Salvo Fleres (Pdl), propone di spostare al 30 giugno la sanatoria, ma limitatamente alla cessione di beni immobili o partecipazioni azionarie. E il tema sarebbe stato affrontato anche giovedì al vertice a Palazzo Madama fra il ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, e i capigruppo della maggioranza del Senato.
Tra le controindicazioni della proroga c’è l’effetto sui conti del 2009. Il governo deve fare cassa quest’anno, per potere usare le risorse. Interventi sull’università e la ricerca, il 5 per mille, il lavoro e le missioni di pace. Inserire sin da subito una proroga per tutti i soggetti in Finanziaria metterebbe a rischio la stessa riuscita dell’operazione perché potrebbe far slittare la decisione stessa di far ricorso subito allo scudo. Si starebbe valutando se fissare la nuova scadenza al prossimo aprile - così come prevedeva la prima versione approvata dal Parlamento nella manovra estiva - successivamente alla scadenza di dicembre.

Tra le ipotesi al vaglio, ci sarebbe anche quella di prevedere alcuni paletti: lasciare immutata la scadenza del 15 dicembre per le persone fisiche e le società semplici e prevedere una riapertura o una proroga per le società più grosse che oggi non possono scudare i propri capitali.

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