Economia

Lo scudo passa al Senato Protesta l'opposizione

Estesa la sanatoria fiscale. Il Pd non partecipa al voto. L'Anm: "Danno al diritto penale". Il ministro Alfano: "Le leggi le fa il parlamento". Napolitano: "Valuterò". Tutte le novità su scadenze / controlli / reati

Lo scudo passa al Senato 
Protesta l'opposizione

Roma - Giro di boa con giallo per lo scudo fiscale. Il decreto che contiene la misura per favorire il rientro di capitali in Patria è stato approvato ieri dal Senato senza il voto del Partito democratico che ha abbandonato l’aula. Ora passa alla Camera per l’ultima lettura. Nessuna modifica all’emendamento del senatore Salvo Fleres che definisce i confini dello scudo ed è stato approvato martedì dalla commissione Bilancio. Una novità, però, è spuntata anche ieri e riguarda la data entro la quale devono essere stati attivati i procedimenti fiscali e penali non coperti dallo scudo. Martedì parlamentari ed esponenti del governo indicavano come data quella dell’entrata in vigore del decreto anticrisi - di cui il provvedimento passato ieri a Palazzo Madama è un’integrazione - cioè il 5 agosto. Una circolare dell’Agenzia delle entrate ha invece precisato che il termine è il 15 settembre 2009, data nella quale si sono aperte le porte per avviare le operazioni per aderire alla sanatoria. A chiarire definitivamente la questione dovrebbe essere sempre l’Agenzia delle entrate.

Ma i tempi sono stretti. L’ultimo passaggio alla Camera inizierà già oggi con l’esame della commissione Bilancio, che potrebbe concludersi già in serata. Poi toccherà di nuovo all’aula che dovrà licenziare il provvedimento entro il tre ottobre.

Il presidente della Repubblica dovrà infine promulgarla. Giorgio Napolitano ieri si è limitato a dire che valuterà il testo che gli sarà trasmesso dal Parlamento. Italia dei valori e Rifondazione comunista ieri hanno chiesto al Quirinale di non promulgare il provvedimento. Le proteste delle opposizioni non si sono placate e si è fatta sentire anche l’Associazione nazionale magistrati, che ha bocciato senza appello lo scudo. «Il diritto penale richiede certezza ed effettività della pena, e non può tollerare un così frequente ricorso ad amnistie o sanatorie, in particolare nel settore delicatissimo dei reati economici e fiscali, nel quale già si sconta una situazione di illegalità diffusa e di difficoltà di accertamento».

Di opinione diversa le imprese. Anche lo scudo «può aiutare, sicuramente tutte queste misure servono per superare questo periodo difficile», ha commentato il vicepresidente di Confindustria, Alberto Bombassei. Le banche hanno confermato la volontà di collaborare per facilitare le operazioni di rientro dei capitali. Il presidente dell’Abi, Corrado Faissola, ha assicurato che «il sistema bancario si adeguerà e collaborerà, come ha sempre fatto. Ci attiveremo affinché i fini che il legislatore si prefigge siano realizzati».
Misure come lo scudo sono utilizzate in molti Stati europei. Contemporaneamente l’Ocse sta portando a termine la sua lotta contro i cosiddetti paradisi fiscali. La novità di ieri è che la Svizzera dovrebbe uscire dalla «lista grigia» dell’organizzazione. Il governo di Berna ha rivisto dodici convenzioni di doppia imposizione come chiedeva l’Ocse.

Ultimo accordo in arrivo, dopo quello con gli Stati Uniti, quello con il Qatar.

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