Politica

Scuola, il governo cancella persino la primina

La rabbia dell’opposizione: «Si abroga una legge senza passare dalla Camera. Gli istituti applichino la riforma Moratti»

Francesca Angeli

da Roma

Primina addio. Il ministro della Pubblica istruzione, Giuseppe Fioroni ha deciso di negare ai genitori la possibilità di mandare il proprio figlio a scuola prima dei cinque anni e mezzo a partire dal prossimo anno scolastico. Dal 2007 l’alunno non si potrà più preparare privatamente per poi sostenere un esame di idoneità e passare direttamente alla seconda. L’abrogazione della primina, che offriva da decenni una libertà di scelta in più alle famiglie, è l’ultimo colpo di spugna del ministro Fioroni. Non riguarda direttamente la riforma Moratti ma si inquadra comunque in un generale processo di restaurazione che intende cancellare tutte le novità introdotte dal governo di centrodestra. Resta ferma la possibilità, voluta sempre dalla Moratti, di iscrivere il bambino alla prima purchè compia i sei anni entro il 30 aprile dell’anno successivo. L’unica che Fioroni sembra non avere il coraggio di abolire anche perchè le famiglie hanno mostrato di gradirla moltissimo.
Tutto il resto cancellato. Con un paio di direttive generali, tre o quattro circolari, una nota d’indirizzo il gioco è fatto: la riforma Moratti è sparita. E senza passare dal Parlamento, come sottolinea l’ex sottosegretario all’Istruzione, Valentina Aprea di Forza Italia. «Non si può abrogare di fatto una legge attraverso una serie di atti amministrativi», denuncia la Aprea. Forza Italia ha depositato ieri un’interpellanza urgente alla Camera chiedendo al ministro di venire a spiegare a Montecitorio come sia possibile affidare «ad atti di natura amministrativa il compito di modificare la legge e suggerire alle scuole comportamenti difformi dalla legislazione vigente». Ma Fioroni non si prende il disturbo di consultare le Camere e tantomeno le famiglie italiane. Ha sentito i sindacati e questo gli è bastato per mettere una bella croce sul futuro della scuola italiana e riportarla a cinque anni fa. Prima della riforma voluta dalla Moratti. Una riforma sicuramente perfettibile ma che comunque rappresentava un tentativo complesso di traghettare l’elefantiaca machina della Pubblica istruzione verso la sponda dove già si trovano molti dei sistemi di istruzione europei ed extraeuropei. Nell’interpellanza firmata anche dal capogruppo azzurro Elio Vito e rivolta al ministro vengono elencate tutte le “correzioni” di Fioroni alla scuola rinnovata dalla Moratti.
Valutazione. Lo stop imposto all’Invalsi (l’Istituto voluto dalla Moratti che per conto del ministero si occupa della valutazione del sistema nazionale di istruzione pubblica) è considerato il passo più grave dal centrodestra. Per la prima volta tutte le scuole erano state sottoposte ad un monitoraggio obbligatorio che avrebbe permesso nel giro di qualche anno di avere dei parametri precisi per verificare i livelli di apprendimento degli alunni e anche le diversità di preparazione fornite dagli istituti. I risultati del primo monitoraggio Invalsi sono usciti proprio pochi giorni fa e purtroppo i risultati come era previsto sono stati mediocri in generale e pessimi nel campo della matematica. Di qui forse si poteva ripartire per migliorare. Ma Fioroni ha bloccato tutto.
Tutor. Con la riforma era stata delineata la figura del tutor, insegnante con il compito specifico di orientare gli alunni e tenere i contatti con le famiglie. Abrogato.
Portfolio. Un documento complesso, una sorta di work in progress che avrebbe accompagnato tutta la vita dell’alunno dalle elementari al liceo con la sua personale storia scolastica. Certamente un grosso lavoro in più per i docenti. Annullato.
Anticipi. È stata mantenuta la possibilità di ingresso anticipato in prima elementare ma è stato abrogato l’anticipo nella scuola d’infanzia che prevedeva l’accesso all’asilo per i bambini che avrebbero compiuto tre anni entro il 30 aprile dell’anno successivo. Dato che per quest’anno le iscrizioni in molti istituti erano già state accettate il ministero ha concesso una deroga ma dal prossimo anno scolastico niente anticipo.
L’opposizione però non intende restare a guardare e la Aprea invita le scuole che avevano aderito alla riforma a continuare ad applicarla proprio in nome dell’autonomia scolastica.

«Chi ha già messo in pratica tutor e portfolio - dice la Aprea - non li abbandoni».

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