«Una scuola di teatro aperta a tutta la città»

«N on dobbiamo fossilizzarci cercando di gestire la nostra arte nel modo più innovativo possibile, e considerando la lingua non solo un materiale verbale». Con questa dichiarazione, Maurizio Schmidt, inaugurò il suo primo anno di direzione della Scuola Drammatica Paolo Grassi. Oggi, il direttore è in grado di stilare un bilancio con una certa soddisfazione, verificando come i suoi sforzi di offrire una scuola innovativa e capace di coccolare i suoi alunni lungo tutto il loro percorso di preparazione artistica, abbia raggiunto ottimi livelli. «Durante questo mio primo anno di direzione - racconta Schmidt - oltre a perfezionare la fase propedeutica, abbiamo sviluppato l'Istituto trasformandolo in un centro di formazione. Qui, tutti i professionisti, di ogni età potranno iscriversi per specializzarsi in altre discipline; cosicché un danzatore potrà studiare coreografia o un attore potrà approfondire la conoscenza delle tecniche registiche». L'internazionalità e l'esigenza di apertura sono stato i fili conduttori di questo primo capitolo della gestione di Schmidt, particolarmente attento a coinvolgere la Scuola inserendola nelle differenti iniziative rivolte alla città. «Uovo», ad esempio, e altri festival hanno rappresentato per la Scuola un'occasione di apertura nei confronti della cittadinanza, incuriosita a scoprire la sempre fervente attività della Scuola: «Attraverso eventi artistici ai quali hanno partecipato grandi maestri del teatro e del cinema come Toni Servillo, Antonio Albanese e Emma Dante, desiderosi di confrontarsi con i giovani, i più grandi artisti della nostra scena hanno potuto relazionarsi con una folta platea assetata di cultura». Apertura a 360 gradi verso la grande Milano anche con la partecipazione alla festa primaverile con teatro danza, senza trascurare il progetto, conclusosi di recente incentrato attorno al tema del futuro: «Il futuro del Futurismo» è stata fonte di molteplici suggestioni che - continua Schmidt - ispirando i nostri allievi, hanno influito sulla loro creatività; da qui sono nati spettacoli che sono stati rappresentati a Milano, al Teatro Studio, ma anche in altre città come Fano e Castiglioncello». La risposta scenica degli allievi della Paolo Grassi al progetto ha visto anche la compartecipazione di docenti; l'obiettivo di Schmidt di aprire le porte della Scuola e di inaugurare una corsia a doppio senso di marcia sembra raggiunto.
«La Scuola Paolo Grassi deve rappresentare un luogo intermedio tra gli addetti ai lavori e la gente, deve essere una casa della cultura dove tutti, indistintamente, possono entrare in contatto con il mondo dell'arte che, non necessariamente sul palcoscenico o dietro la cinepresa, è ben disposto a confondersi con la dimensione comune».
La grande festa organizzata ispirata alla figura della più famosa maschera della Commedia dell'Arte, abbigliata da quel caratteristico vestito a losanghe multicolori ha rappresentato per la Scuola Paolo Grassi un'importante opportunità di apertura verso la cultura artistica di altri Paesi.
Con la preziosa collaborazione dei grandi maestri che incarnano perfettamente, nel mondo e in Italia, la maschera di Arlecchino, i partecipanti hanno potuto godere di performance di alto livello. «Ferruccio Soleri, Mario Gonzales, lavori di Pierre Byland e di Jacques Lecoq; partendo dal concetto che non solo attraverso la parola è possibile comunicare, gli spettacoli presentati sono una valida testimonianza dell'importanza degli altri linguaggi espressivi, a partire dalla danza, per finire con la mimica».

La finestra sul mondo teatrale straniero, spalancata a inizio anno con i festival «Olive», ha lasciato penetrare soffi di nuova cultura. Dopo la bellissima esperienza della messinscena de «La Trilogia di Belgrado», agli allievi della Scuola Drammatica Paolo Grassi non resta che augurare al direttore Maurizio Schmidt una buona continuazione.

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