Se l'ammortamento può rallentare la corsa del noleggio

di Pier Luigi del Viscovo*

La notizia di questi primi mesi è che il noleggio a lungo termine cresce (+5,5%), ma meno del mercato (+21%) e meno del leasing (+48%). Ma soprattutto, non mostra il passo forte cui ci aveva abituati negli ultimi anni, prima sostenendo il mercato evitando che sprofondasse sotto 1,3 milioni di auto nuove, poi tirando la ripresa, insieme al noleggio a breve sensibile al canto delle sirene di Expo, con una crescita che ha sfiorato il 20% anno su anno. Ma dove li trovava tutti quei clienti nuovi? Perché tali erano: quando compri almeno 15.000 o 30.000 (nel 2014 e nel 2015, rispettivamente) auto nuove in più rispetto a quelle che vendi, è chiaro che non stai solo sostituendo contratti in scadenza, ma stai aumentando la tua base di clienti. Pmi e Partite Iva che invece di recarsi dal concessionario ricevevano la visita di un solerte broker a proporgli il Nlt.

Oggi che tutti girano nel salone delle feste sforzandosi di non credere che sia reale, con l'atteggiamento del tipo «se è un sogno non svegliatemi», vedi il Nlt che cammina sì, ma tirando un po' il fiato. Qualcosa non va? Probabilmente non è niente di preoccupante, e per molti operatori non è niente e basta. Quelli più avvisati, dietro l'insistenza dei numeri, ammettono che forse il super ammortamento qualche contratto lo sta togliendo. Del resto, chi si avvicina al Nlt per la prima volta spesso è spinto da due illusioni: che comporti un risparmio fiscale e che gli venga concessa quella fiducia che banche e finanziarie gli hanno negato. Dunque, si tratta di una crescita meno vigorosa dovuta a un fattore esogeno: a conti fatti, qualcuno decide che gli conviene approfittare del super ammortamento.

Aggiungiamo subito che attribuire il successo del Nlt a tali aspettative sarebbe sbagliato. Per quanto esse possano esercitare un'attrazione verso nuovi clienti, questi alla fine lo scelgono per ricevere un servizio di post-vendita che evidentemente non trovano nelle forme classiche di acquisizione. Sicché, proprio su questo gli operatori devono tenere alta l'attenzione, visto che la materia è fluida e il terreno scivoloso. Innanzitutto, le imprese che forniscono i prodotti e i servizi di post-vendita si muovono sempre meno in ordine sparso, cercando in ogni modo di creare delle reti entro cui assistere i driver, e non chiedono di meglio che poterlo fare direttamente, senza l'intermediazione dei grandi noleggiatori - anche se se ne dichiarano partner, visti i grandi volumi che adesso garantiscono. Poi, i clienti sono sempre meno disponibili a sacrificare il loro tempo per seguire le procedure imposte dai contratti, finalizzate a contenere i costi.

Il fatto è che sono stati proprio le flotte a spingere i noleggiatori verso la strategia del cost reduction, pensando di aver trovato la formula magica: spendere meno e avere di più. Hanno trovato solo un settore troppo giovane per poter sostenere che il servizio di qualità si paga. Ma tutti i giovani crescono, e non c'è bisogno che lo decidano.

*Centro studi Fleet & Mobility

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