«Se la Michelin non ci aiuta, sarà dura»

nostro inviato a Hockenheim

C’è stampata la fatica sul viso di Flavio Briatore. Molta è figlia dell’operazione (un’asportazione di calcoli) subita dieci giorni fa; il resto è però frutto dei patemi di questa seconda parte di campionato. Schumi gongola ma si cela dietro un «non ho opinioni» quando gli chiedono se la Renault è andata male perché è stata costretta a togliere il famoso mass-damper, il congegno per l’assetto al centro del contenzioso tra Fia, commissari tedeschi e team francese. E Briatore è infastidito. Sa che nel paddock, ora, un po’ tutti la pensano come Schumi: no comment e intanto commentano. Per questo dice: «Non dobbiamo nasconderci dietro alla mancanza di quel congegno. In questo momento è l’intero pacchetto Ferrari a essere più forte».
Però vedervi così indietro dopo la proibizione del mass damper...
«Ci dava al massimo, e non in tutti i circuiti, vantaggi sul giro entro e non oltre il decimo. E comunque, non è giusto che si penalizzi chi inventa qualcosa di corretto, che funziona, e che altri copiano subito senza poi riuscire a farlo funzionare come si deve. Con la Fia ne discuteremo ancora».
Esattamente, in qualifica che cosa è andato storto?
«Abbiamo subito grossi problemi di grip, di aderenza. Ora dobbiamo valutare i dati, soprattutto capire come giocarcela a livello di strategia: abbiamo davanti tre auto che faranno tre soste, noi due. Se è così, possiamo ancora far bene».
La Ferrari però vola.


«Va più forte di noi: accelereremo lo sviluppo, ma se la Michelin non ci dà una mano, diventa tutto molto difficile».
Ma se hanno studiato 200 tipi di gomme...
«Sarebbe stato meglio ne avessero fatte due che funzionavano».

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