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Se il nemico dell'Iran diventa la Barbie...

Il regime di Teheran ha rispolverato una fatwa del lontano 1996 e i pasdaran stanno setacciando tutta l'Iran per estirpare il sintomo della decadenza della cultura americana: Barbie

Se il nemico dell'Iran diventa la Barbie...

New York La minaccia del regime degli ayatollah di chiudere lo stretto di Hormuz, dove transita il 25% del petrolio mondiale, per mettere in ginocchio le economie occidentali e in modo particolare quella americana, con continui proclami da Teheran e minacciosi raid delle veloci imbarcazioni della marina iraniana, ha preso questa volta una svolta inaspettata.

Il regime di Teheran ha rispolverato una fatwa del lontano 1996 e i terribili pasdaran (i guardiani della rivoluzione) stanno setacciando tutta l'Iran per estirpare il sintomo della decadenza della cultura americana: Barbie. Proprio così, la famosa bambolina americana è diventata da circa tre settimane il nemico numero 1 degli ayatollah. E i pasdaran si sono subito attivati con una vera e propria caccia all'uomo: anzi alla bambolina.

Decine di migliaia di Barbie - forse anche più - sono state sequestrate in centinaia a centinaia di negozi e centri commerciali iraniani, distrutti o dati alla fiamme come fossero delle streghe. Perché con quei capelli biondo oro, con quei vestitini un po' attillati e corti rappresentano la decadenza morale del popolo americano. La più famosa bambolina al mondo farebbe molto peggio, recita la fatwa del 1996 mai applicata fino a poche settimane fa: risveglia gli instinti sessuali e sensuali degli uomini e rappresenta in negativo la donna come un oggetto osceno e libidinoso.

Quindi la punizione per quei negozi e supermercati che espongono in vetrina e sugli scaffali Barbie è davvero severa: sequestro e distruzione della bambolina troppo sexy con la chiusura immediata dell'esercizio commerciale.

I pasdaran non scherzano quando si tratta di vigilare sulla morale pubblica, seconda l'agenzia iraniana Irna più di trenta negozi di giocattoli soltanto nella capitale Teheran sono stati costretti a chiudere dai guardiani della rivoluzione che, armi alla mano, hanno intimato al proprietario o al direttore dell'esercizio commerciale di abbassare la serranda immediatamente e tornare a casa. E più Barbie sono stati trovati esposti in vetrina e sugli scafali e più pesante è la punizione: vale a dire più giorni di chiusura vengono imposti al negozio che ha violato la legge degli ayatollah.

Il regime di Teheran da anni ha ideato e creato due bamboline "made in Iran" rispettando i canoni religiosi, più coperte e meno vistosa nel trucco, nel colore dei capelli e dei vestiti sgargianti: si chiamano Dara e Sara. Ma da un punto di vista commerciale queste bamboline sono bruttine e poche bambine iraniane sono disposte ad acquistarle. Sono un fallimento commerciale.

Tutte le bambine iraniane voglio Barbie, ossia adorano il simbolo sexy e decadente della cultura americana. La fatwa contro Barbie è stata estesa in tutta l'Iran in pochi giorni, ora il problema grave e serio è per quelle centinaia di migliaia di famiglie iraniane che possiedono a casa una bambolina americana. Se i terribili pasdaran passassero alle perquisizioni a domicilio, tanti troppo genitori si metterebbero nei guai con la severa legge degli ayatollah. Il problema che ora sorge per questi genitori filo occidentali è il seguente: cosa fare con i milioni di esemplari di Barbie comprate in questi ultimi 16 anni in ogni angolo dell'Iran?

Distruggerle, bruciarle tutte come streghe americane oppure consegnarle ai terribili pasdaran per avere salva la schiena? La fatwa prescrive decine di frustrate - e diversi giorni in carcere - a quei genitori e titolari di negozi di giocattoli che violano la legge di Allah.

Come dire, dallo stretto di Hormuz la guerra guerreggiata contro l'odiata potenza americana si è spostata su Barbie, un "target" più facile da abbattere, distruggere ed estirpare.

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