Se in Oriente calano le donne saranno guai per l’Occidente

Riportando il curioso fenomeno della scarsità di ragazze in età da marito nella ex Germania Est, il Corsera dell’1 ottobre riferiva un risvolto inquietante rilevato dal berlinese «Istituto per la popolazione e lo sviluppo»: là dove la mancanza di giovani donne («Frauenmangel») è maggiore, sale la propensione dei coetanei maschi alla militanza nei movimenti xenofobi di estrema destra. La «minaccia» costituita da giovani uomini privi di giovani donne era già stata analizzata - secondo l’agenzia Zenit - da Robin Dunbar, psicologo dell’età evolutiva all’Università di Liverpool: venendo meno la presenza moderatrice delle ragazze, diventa più facile il ricorso alla violenza gratuita, alla criminalità, allo stupro.
Ma se nella ex Ddr il problema pare sia legato alla migrazione; nei due Paesi più popolosi del mondo, la Cina e l’India, si tratta di aborto selettivo. In Cina la politica del figlio unico ha prodotto a tutt’oggi un vero e proprio genocidio femminile, perché, specialmente nelle campagne, dovendo avere un solo figlio lo si vuole maschio. Si tratta di una preferenza legata alla cultura dei cinesi e talmente antica da non potersi sradicare. In India la motivazione è la stessa, per giunta aggravata dall’usanza della dote: non di rado in certe regioni del subcontinente le giovani mogli senza dote o con dote giudicata scarsa subiscono maltrattamenti, il ripudio o addirittura la morte. Per questo, i più poveri preferiscono spendere le poche rupie di cui dispongono per un’amniocentesi, così da conoscere in anticipo il sesso del nascituro e comportarsi di conseguenza.
Pare che gli aborti «femminili» in India assommino a circa 2mila al giorno. Il governo indiano cerca di correre ai ripari vietando agli ospedali l’uso degli apparecchi ecografici al solo scopo di sapere in anteprima il sesso del feto, ma i risultati sono scarsi. Poiché un’analisi costa poche rupie, si è verificato in India un vero e proprio boom di acquisti di macchine per ecografia e amniocentesi, col risultato che in certi posti magari mancano le fogne ma non un macchinario del genere. Certo, l’idea che, volendo un solo figlio, un maschietto se la cavi meglio nella vita, non è ignota neanche in Occidente (Zenit riporta che in Inghilterra ci sono centri sanitari che hanno smesso di comunicare in anticipo ai genitori il sesso del nascituro, per timore che ciò induca all’aborto).
Ma in Occidente una femmina può studiare e lavorare, e la dote non è giudicata un requisito fondamentale per sposarsi.

Il problema della «Frauenmangel», comunque, interesserà anche l’Occidente quando lo squilibrio sessuale in Cina e India (che da sole rappresentano un terzo della popolazione mondiale) si manifesterà in tutta la sua drammaticità e torme di giovani maschi cinesi e indiani si riverseranno fuori dai confini. Il genocidio femminile ha cause culturali, abbiamo detto; perciò dovrebbe essere affrontato per la stessa via. Ci vorrebbe un’evangelizzazione a tappeto, ma in Oriente non ascoltano i demografi, figuriamoci il Papa.

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