Roma - Ne mancano solo tre. Se altri tre deputati lo mollano Tonino finisce nel fritto Misto. In effetti il numero minimo per costituire un gruppo alla Camera, dice l'articolo 14 del Regolamento, è di 20 onorevoli. E l’Idv,rimasto com’è con solo 22 deputati, è sull’orlo del burrone. Di Pietro ne aveva fatti eleggere 29 a Montecitorio nel 2008, tutti ferventi dipietristi, almeno nelle prime ore. Poi, tra liti feroci, risentimenti, tradimenti e promesse da marinaio, Tonino se n’è visti scappare dalle mani sette. Un esodo picaresco, diluito in due anni e mezzo al ritmo di un fuoriuscito ogni quattro mesi circa.
Il più lesto a tagliare il traguardo, dopo soli 50 giorni di legislatura, è stato Jean Leonard Touadi, autotravasato nel Pd prima ancora che si capisse chi era. Più tardi passa al Misto Americo Porfidia, dopo di lui Beppe Giulietti sempre Misto, poi gli onorevoli Pino Pisicchio e Aurelio Misiti, uno all’Api l’altro nel Mpa,e siamo a fine 2009. Per finire una settimana fa con la coppia d’assi,imitologici Domenico Scilipoti e Antonio Razzi, fin dall’inizio in rotta silenziosa con Di Pietro.
Se la china dovesse proseguire sarebbero guai veri per Di Pietro, che infatti da qualche tempo è passato a lisciare l’ex ribelle Franco Barbato, un tempo capo dei frondisti oggi papabile candidato Idv come sindaco di Napoli. Te credo, se svanisse il gruppo alla Camera con qualche altra defezione se ne andrebbero diversi beni connessi con quello status. I privilegi del capogruppo ma soprattutto il grano, inteso come fondi pubblici dispensati dalla Camera ai gruppi parlamentari. Beninteso, anche il Misto riceve un «rimborso» per il funzionamento del gruppo, ma si disperde tra tutti gli inquilini del Misto. Mentre i finanziamenti destinati ad un gruppo politico vero e proprio vengono gestiti direttamente dalla tesoreria (quando c’è) del gruppo stesso. E non si parla di pochi euro ma di milioni. Nel bilancio 2009 (l’ultimo) della Camera, alla voce «Contributi ai Gruppi» si trova la cifra di 35.100.000 euro, e corrisponde alla somma totale.
Quanto vale un gruppo come l’Idv attuale, composto da 22 deputati? Un bel tesoretto, circa 1,6 milioni di euro all’anno (si possono fare solo stime perché Montecitorio non fornisce dati disaggregati). Tanto valgono quei tre parlamentari in più per Tonino.
Ma rischia davvero? Al momento, stranamente, parrebbe di no. Rientrato nei ranghi Barbato, gli occhi sono puntati su due deputati «insoddisfatti». Uno è il pugliese Pierfelice Zazzera, fatto fuori dalla segreteria regionale Idv e ora vicino a De Magistris,l’altro è il torinese Gaetano Porcino. Per quest’ultimo,ex viceprefetto della città sabauda, il motivo di scontentezza sta nella mancata elezione del figlio al Consiglio regionale del Piemonte. Candidato, nonostante una primo no di Tonino, Porcino jr ha sfiorato l’elezione per una manciata di voti (ora è in ballo un ricorso). Però si tratta di piccole frizioni, che non supportano la tesi di una possibile fuoriuscita dal gruppo dei tre deputati ancora a tutti gli effetti dipietristi.
Però il baratro del Misto è sempre dietro l’angolo. Non solo,Tonino teme profondamente l’isolamento politico. Tutti fanno appelli a tutti, nessuno a Di Pietro, a cui invece tocca fermare alla Camera Bersani e telefonare a Vendola per caldeggiare un’alleanza Pd-Idv-Sel. Però Bersani guarda altrove, e neppure Vendola sembra esaltato dal matrimonio con il tribuno molisano.
A cui tutti gli istituti di sondaggi continuano a consegnare mesti sondaggi, quasi sempre sotto il 6%, sempre sotto Vendola. Nuovi amici all’orizzonte non se ne vedono, ma ancora più essenziale, in questo momento, è non farsi nuovi nemici tra i suoi Camerati.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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