Dopo la «prima» di settimana scorsa, doverosamente dedicata al presidente americano G.W. Bush e alla sua posizione sulluso degli embrioni umani per la ricerca, mi sembra opportuno spiegarvi ora da dove nasce lidea di questa rubrica settimanale, che tratterà di problemi scientifici ed etici, cellule staminali, clonazione, ricerca e sperimentazione clinica. Lo scopo è molteplice. Lobiettivo primario è quello di informare e, soprattutto, spiegare in modo chiaro, tematiche che ancor oggi appaiono ai più astruse e spesso incomprensibili. Questa sorta di «servizio» è doveroso e dovuto, poiché è proprio da questa confusione che scaturiscono la diffidenza e il disinteresse dei cittadini nei confronti di tematiche che, invece, sono di estrema importanza per tutti. Fare conoscere questi argomenti, inoltre, significa prevenire forzature e strumentalizzazioni che, ahimè, in questo settore regnano sovrane. Che cosè questa benedetta clonazione? E se ne esiste una versione «terapeutica», in che cosa consiste? Se un embrione clonato non è un vero embrione, allora la pecora Dolly (clonata) non è una pecora? Cosa sono queste benedette cellule staminali, quanti tipi ne esistono e, soprattutto, a che cosa servono e perché tutto questo interesse e battaglie intorno a esse? E ancora: esistono terapie a base di staminali (vi anticipo che sì, esistono già), per quali malattie e dove si possono praticare?
A questi ed altri argomenti cercherò di dare risposta nelle puntate successive. Tutto ciò nella speranza - e qui sta un altro importante obiettivo - di prevenire molti di quei viaggi della disperazione, che molti pazienti affetti da gravissime malattie degenerative, progressive e incurabili, intraprendono verso oscure cliniche di Paesi lontani, con il miraggio di un miracolo. Viaggi che spesso esauriscono le risorse economiche delle famiglie, con esiti nulli o, peggio, drammatici. Non vi nascondo che questo «angolino» è anche unoccasione per dare visibilità alle iniziative, tutte di italica «fattura» (non me ne voglia il ministero delle Finanze), per la messa a punto di cure per le malattie neurodegenerative. Infatti, il referendum sulla legge 40 e le polemiche da esso scaturite su quale fosse la migliore via per mettere a punto nuove cure per le malattie più terribili, avevano indotto molti, fra cui il sottoscritto, a pensare che, a esito acquisito, sarebbero partite numerose iniziative tese a dare una risposta alle richieste dei pazienti disperati.
Duole dover dire che, a parte alcune volonterose iniziative, quasi tutto tace sebbene, notizia cuore di questo articolo, è un dato di fatto che la sperimentazione sulluomo per le malattie neurodegenerative è già possibile, in Italia. In attesa di aiuti, anche istituzionali, e supportati dalla nostra Associazione neurothon onlus (neurothon.it), dalla Fondazione delle cellule staminali, dal Comune e dalla Curia di Terni e da molti altri, abbiamo quindi cercato di dare delle risposte concrete, forse non certe, ma concrete di sicuro. Ospite della città di Terni e del suo Ospedale (S. Maria) è finalmente attivo un laboratorio che produce cellule staminali del cervello umano che, scevre da problemi etici, verranno sottoposte alla procedura di certificazione che le renderà utilizzabili per avviare procedure di sperimentazione clinica - sperimentazione si badi bene, non cura certa - per le malattie neurodegenerative. Trattandosi di cellule capaci di produrre cellule cerebrali mature, almeno in linea di principio si potrebbero avviare sperimentazioni su moltissime patologie quali sclerosi, malattie genetiche, morbo di Alzheimer e altre ancora. Le prime cellule usciranno dalla catena di produzione nei prossimi mesi e da lì saranno avviate le procedure e le collaborazioni per le sperimentazioni. Il viaggio è lungo, tortuoso e imprevedibile. Più prevedibili sono invece le critiche torrenziali che probabilmente pioveranno su queste affermazioni.
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