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Sea, l’allarme dei sindacati: «A rischio 4mila lavoratori»

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Mentre in consiglio comunale tra il 14 e 15 ottobre proseguiva la maratona di 27 ore per dare il via alla vendita di Sea e Serravalle, Cgil, Cisl e Uil diffondevano una nota congiunta. E allarmata. La discussione in Comune «è confusa e l’elemento del lavoro e della tutela degli oltre 4.500 dipendenti diretti e dei tanti dell’indotto ci pare passato in secondo piano. Bisogna tutelare la governance pubblica, l’unicità aziendale di Sea e la tutela dei livelli occupazionali». E dopo l’aggiudicazione venerdì scorso del 29,75% degli aeroporti al fondo F2i i sindacati tornano a ribadire le tre prerogative, ricordando come fa il segretario generale di Fit-Cisl Varese, Dario Grilanda, che «vanno salvaguardati gli accordi che in questi anni hanno permesso il risanamento dell’azienda e il riposizionamento di Sea sul mercato, se Sea è integra si deve anche agli sforzi fatti dai sindacati e dai lavoratori, dalla cassa integrazione ai prepensionamenti». Ma per le garanzie dopo l’esito dell’asta «non basta più solo la parola di Comune e altre istituzioni, abbiamo preso atto con rammarico che la vendita rappresentava l’unica soluzione per il Comune di salvaguardare i conti ma questo 30% in mano al privato ci preoccupa, difendiamo la governance pubblica e apriremo un confronto con il fondo fi Vito Gamberale. In maniera pacata ribadiremo gli accordi per rilancio occupazionale di Sea e Sea Handling, pronti a fare la “nostra parte“ se ci saranno prospettive diverse».
Mentre Sea si appresta ad un cda straordinario per la modifica dello statuto che consentirà l’ingresso di due nuovi consiglieri di amministrazione scelti da F2i (che avrà il potere di indicare anche un vicepresidente e il direttore finanziario) e nella steccherà il maxidividendo da 124 milioni di euro per Palazzo Marino, i sindacati ribadiscono le critiche sul piano di investimenti per Malpensa che «ammonta a circa 1,2 miliardi e ha dissuaso evidentemente altri investitori», specie a fronte dei numeri. Che farebbero di Malpensa «un “Linatone“, orientato sempre più al point to point che al ruolo di hub» mentre lo scalo del Forlanini sta riguadagnando i numeri dei tempi d’oro. Nei primi 10 mesi dell’anno Malpensa ha movimentato 17,5 milioni di passeggeri e Linate 8,2. Con la metà dei movimenti, Linate ha registrato più transiti (i cosiddetti scali tecnici) di Malpensa, 350mila (il 4,5% del totale) contro 260mila (l’1,5%). E dopo che Air-France ha spostato da Varese a Linate per i voli per Parigi, anche Klm farà i collegamenti dal Forlanini da aprile. «Il vero hub sta diventando Linate», ribatte l’ex sindacalista della Sea Dario Balotta, che oggi è reponsabile di Legambiente Lombardia ed è preoccupato piuttosto per la seconda parte dell’asta, quella andata deserta. Il Comune aveva lanciato il bando proponendo due opzioni: il 29,5% di Sea o l’acquisto congiunto del 20% di Sea e il 18,7% della società Serravalle.

Ma «quello che un tempo era il gioiello autostradale lombardo resta ancora invenduto e invece che i compratori si vedono solo magistrati e guardia di finanza che cercano di far luce sulla cattiva gestione aziendale. Provincia e Comune si siedano a un tavolo per ridefinire le strategie aziendali».

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