Secondo il professore dell’Istituto tumori il Pm10 anticipa la morte delle persone con la salute già compromessa e peggiora le condizioni di chi è sano «Lo smog accorcia la vita di un anno e mezzo» L’oncologo Paolo Crosignani lancia l’allarme: «In

«Se il valore delle polveri sottili venisse contenuto diminuirebbero i decessi»

Milanesi «sfortunati», a causa di un nemico invisibile e pericolosissimo. I milanesi perdono tutti un anno e mezzo di vita rispetto agli altri italiani e a molti cittadini europei. Tutta colpa dell’inquinamento che pian piano li soffoca, e in questo caso non si tratta proprio di una frase fatta. Ma chi è il terribile killer in questione?
Si tratta del famigerato Pm10. A incolparlo è il professor Paolo Crosignani, direttore del registro tumori dell’Istituto Nazionale dei Tumori. «A Milano, se consideriamo che il livello delle polveri sottili in aree non inquinate viene stimato attorno ai dieci microgrammi per metro cubo, possiamo calcolare - spiega l’oncologo che lavora in via Venezian - un eccesso di almeno 49,4 microgrammi di questo inquinante». Il professore dell’Istituto Nazionale dei Tumori fornisce un dato allarmante: «Per ogni dieci microgrammi per metro cubo di Pm10 oltre i 30 si perdono sei mesi di vita. E i conti tornano: tenendo presente i sessanta microgrammi per metro cubo che si stanno registrando attualmente si vive un anno e mezzo in meno». E ancora: «Esistono poi numerose evidenze di letteratura - aggiunge Crosignani - confermate anche dai dati della città di Milano, che indicano come l’aumento di mortalità naturale, che si rileva in corrispondenza delle giornate a maggior inquinamento, non consista solo nell’anticipazione dei decessi tra le persone con uno stato di salute già compromesso. Se così fosse ad ogni aumento della mortalità naturale dovrebbe far seguito una diminuzione della stessa per la diminuzione dell’insieme dei soggetti suscettibili. I dati invece indicano che la mortalità non mostra questa diminuzione. La spiegazione più plausibile è che l’inquinamento agisce sia sulle persone già compromesse affrettandone la morte (oppure provocando altri eventi avversi quali i ricoveri in ospedale) sia sulle persone più sane peggiorandone le condizioni di salute e contribuendo a mantenere un pool di persone suscettibili».
Tutti, quindi, sono a rischio, e i vigili urbani che trascorrono molte ore al giorno in mezzo al traffico? «Loro non fanno testo - risponde il direttore del registro tumori - perché vengono selezionate persone in buona salute». Sono valutabili, invece, gli effetti dell’abbattimento dell’inquinamento.


«Se il Pm 10 venisse portato ai valori di base di dieci microgrammi per metro cubo - precisa il professor Paolo Crosignani - oppure venisse contenuto a trenta microgrammi per metro cubo si avrebbe come risultato immediato la diminuzione rispettivamente di 304 e 181 decessi per anno. Mentre negli anni successivi, aumenterebbe il risparmio di vite sino arrivando a ridurre la mortalità tra i 1.983 e 1.252 decessi all’anno».

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