RomaKarol Wojtyla fin dal momento dellordinazione sacerdotale avvenuta nel 1946 ebbe esperienze mistiche e anche da Papa, pregando, «parlava» con la Madonna e riceveva da lei messaggi. «Sapeva» in anticipo che sarebbe avvenuta la lacrimazione della Madonnina di Civitavecchia, che considerava un segno rivolto anche a lui, così come «sapeva» che un attentato di matrice islamica avrebbe sprofondato il mondo nel terrore allinizio del nuovo millennio. Lo scrive Antonio Socci nel nuovo libro I segreti di Karol Wojtyla (Rizzoli, pp. 238, 18 euro), da oggi in libreria.
Il giornalista e scrittore, che ha già dedicato inchieste alle apparizioni di Fatima e di Medjugorje, nonché ai segreti di Padre Pio, ha raccolto testimonianze inedite che aprono nuovi squarci sulla vita spirituale di Giovanni Paolo II, il prete, vescovo e Papa che in qualche modo attraversa misteriosamente tutte quelle vicende che hanno segnato la storia della Chiesa nel secolo da poco concluso.
«Mentre pregava - spiega don Jarek Cielecki, sacerdote polacco nato nella parrocchia di Niegowic, dove Wojtyla fu viceparroco dopo lordinazione - i suoi occhi sembravano guardare qualcosa, non erano vagamente persi nel vuoto comè il nostro sguardo mentre preghiamo. E poi mi hanno riferito che quando succedeva qualcosa, lui andava davanti allaltare o davanti al quadro dellAssunta e parlava... Proprio come se stesse parlando con una persona presente che aveva di fronte». Ma è dal cardinale Andrej Deskur, amico e compagno di seminario del Papa, che arrivano le conferme più importanti: «Lui viveva pregando. Quando stava nella cappella lo si sentiva parlare, come si parla con unaltra persona». Il porporato, immobilizzato dallottobre 1978 sulla sedia a rotelle in seguito a un ictus, ha rivelato a Socci che don Wojtyla con lordinazione sacerdotale, il 1° novembre 1946, ricevette la «preghiera infusa». Chi ha questo dono, lascia «che lo Spirito intervenendo ti guidi... Con apparizioni o con locuzioni interiori. Da questa intimità con Dio si dipana tutto». Mentre un altro prelato, in colloquio, ebbe a dire: «Sappiamo bene che la Madonna parla al Papa anche se lui non va a dirlo in giro... Lui obbedisce solo alla Madonna, fa solo quello che gli dice lei».
Un giorno - scrive Socci - il cardinale Deskur andò in Portogallo e visitò suor Lucia di Fatima. Alla fine del colloquio chiese se doveva portare un messaggio al Santo Padre da parte della Madonna. Suor Lucia rispose: «No, no, ci penserà la Madonna stessa...». Il segretario di Giovanni Paolo II, Stanislaw Dziwisz, oggi cardinale, ha scritto che quando pregava il Papa «dava limpressione che stesse parlando con lInvisibile». Mentre Benedetto XVI, lanno scorso, in occasione del terzo anniversario della morte di Wojtyla, nel corso dellomelia disse che il predecessore «nutriva una fede straordinaria in Cristo risorto e con lui intratteneva una conversazione intima, singolare e ininterrotta. Tra le tante qualità umane e soprannaturali aveva infatti anche quella di uneccezionale sensibilità spirituale e mistica».
«Parlava» con Gesù e la Madonna. Aveva intrattenuto un rapporto mistico con Padre Pio, dopo quellunico incontro avvenuto a San Giovanni Rotondo nella Pasqua del 1948, che Wojtyla definirà «primo» e «più importante incontro», nonostante non si sia mai più recato dal frate stimmatizzato prima della sua morte avvenuta nel 1968: un particolare che secondo Socci lascia intravedere la possibilità di altri «incontri» tra i due, ma di tipo mistico.
Alla luce di queste e molte altre testimonianze, lautore presenta il pontificato wojtyliano inserendolo nella grande lotta tra Maria, «la Donna» dellApocalisse, e il «drago», cioè Satana. Una lotta che ha visto il ruolo decisivo del primo Papa slavo nella caduta incruenta del comunismo e nellaver scongiurato, grazie alla consacrazione al cuore immacolato di Maria richiesto dallapparizione a Fatima, una catastrofe nucleare a metà degli anni Ottanta. Una lotta che, si legge nellultimo capitolo del libro, non è finita, ma continua. E la stessa minaccia nucleare o batteriologica, scrive Socci, è forse più incombente oggi che durante la Guerra fredda.
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