Roma

Seimila bagagli l’ora: a Fiumicino è in funzione Net

Il nome richiama quello di un robot, e in effetti, per la tecnologia avanzata di cui è dotato in parte lo è: si chiama NET 6000 (acronimo di Nuovo edificio transiti), dal nome della location e dal numero di bagagli (6.000) che è in grado di smistare in soli sessanta minuti. Si tratta del più grande sistema transiti mai realizzato in Italia, con un avanzato livello tecnologico che lo pone al primo posto in Europa per i componenti e il software di ultima generazione di cui è dotato. Ora sarà praticamente impossibile (si spera), perdere i bagagli in transito. A presentarlo ieri pomeriggio all’aeroporto di Fiumicino è stata la società di gestione Aeroporti di Roma, insieme con l’Enac, alla presenza del Sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Gianni Letta.
Da sottolineare lo sforzo notevole compiuto dai funzionari e dai tecnici di Adr per fare entrare in funzione questa imponente struttura - il cui costo dell’investimento è stato pari a 20 milioni di euro - in coincidenza con l’esodo estivo. Ovvero quando si raggiungono picchi record di 120, 130 mila passeggeri in transito al giorno. I lavori, infatti, sono iniziati a marzo di quest’anno e terminati dopo solo quattro mesi, proprio per evitare i disagi e disguidi pesanti come quelli avvenuti in particolare due estati fa in uno scalo che attualmente è considerato il sesto degli aeroporti più trafficati d’Europa e il primo in Italia.
Un hub dove il flusso di passeggeri cresce costantemente, sia per i voli originanti, ovvero che eseguono il check-in nell’aerostazione del Leonardo da Vinci, sia per quelli in «transito» che arrivano a Roma da altri aeroporti e prevedono il cambio dell’aeromobile prima della destinazione finale. È qui che spesso, trolley e valige, in passato venivano disguidate o perse e si creavano disagi a non finire. E proprio a questa seconda tipologia di viaggiatori che servirà il nuovo impianto illustrato ieri.
D’ora in avanti sarà tutto automatizzato. Ecco in sintesi come funziona. Operativamente le valige sono trasportate al centro di smistamento direttamente dagli aerei, mediante carrelli portabagagli, e introdotti nel sistema da cinque punti d’inserimento su relativi nastri trasportatori che portano al cuore dell’impianto. Lungo tutto il percorso il bagaglio praticamente sarà «agganciato» e seguito costantemente, grazie a un codice di destinazione letto da laser. Il cervello della struttura è il sistema di smistamento targato Elsag Datamat MBHS (Multisorting Baggage Handling System), basato su tecnologia denominata cross-belt, in grado di gestire seimila valige l’ora. Si tratta di una serie di carrelli, su ognuno dei quali è installato un nastro motorizzato bidirezionale per il carico, il trasporto e lo smistamento del bagaglio alla destinazione assegnata. I bagagli caricati sulla smistatrice vengono trasportati verso le uscite, dove sono installati i sistemi di controllo radiogeno previsti dalla normativa IATA e smistati in base al volo di pertinenza.

Qui gli operatori prelevano le valige, tramite una sorta di «pistola» dotata di tecnologia RFID e ottica, che legge il codice a barre per la riconciliazione con la destinazione del passeggero.

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