Renato Sellani e Danilo Rea, pianisti eccellenti e famosi, hanno suonato nella Sala Appiani dell'Arena di Milano per il progetto «Musica & Arena, duelli armonici». Erano al loro ottavo concerto o competizione, o come altro lo si voglia chiamare. Sala esaurita e pubblico entusiasta come, per esempio, all'Umbria Jazz Winter 2005 e all'Auditorium della Musica in Roma. Si tratta in realtà di un confronto generazionale, e non solo. Sellani, 82 anni appena compiuti, nativo di Senigallia e milanese di adozione, è il più illustre dei grandi autodidatti del jazz italiano: nessuno direbbe che lo sia per via della tecnica perfetta, del fraseggio e della fantasia improvvisativa che lo rende sempre imprevedibile.
Rea, 50 anni, vicentino di nascita ma romano da molto tempo, è diplomato in conservatorio e quindi per lui tecnica, tocco e tatto sono d'obbligo. Hanno suonato fra l'altro Wave di Jobim, Love Is a Many-Splendored Thing e una medley Milano-Roma con temi di D'Anzi, Kramer, Trovaioli e Rascel.Sellani e Rea: dialogo e sfida di due generazioni al pianoforte
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