da Milano
Una torta da dividere in pochi. E a chi è fuori dal «cartello», solo le briciole. Oltre ogni logica di mercato. Una lettera. È il 12 luglio 2006. La Eltraff Srl scrive al Comune di Segrate, nell’hinterland di Milano. È appena stata tagliata fuori dalla gara per l’installazione dei T-red. «Ci incuriosisce - è scritto ironicamente - conoscere le motivazioni che spingono un’amministrazione a spendere una cifra così elevata (1.5 milioni di euro l’anno), contro una cifra così modesta (110mila una tantum) pur avendo, le due apparecchiature, analoghe prestazioni e tenendo conto che le apparecchiature, nella soluzione da noi proposta, una volta acquistate sono di proprietà del Comune». E a Segrate se lo chiedono in molti, considerato che il Comune - solo tra maggio e settembre 2007 - si è visto recapitare dalla Scae (una delle società finite nell’inchiesta della Guardia di finanza) fatture per 250mila euro. Il motivo è uno solo: è così che si può continuare a mungere la vacca. Gli automobilisti.
È il cartello che costruisce il monopolio, ed è in questo modo che gli Enti locali gonfiano le casse. Secondo un meccanismo oliato alla perfezione, e ripetuto nei 29 comuni che con la cordata guidata dalla Ci.Ti.Esse hanno fatto affari. Qualche esempio. Il 27 marzo 2007 la ditta di Raoul Cairoli (ora in carcere) manda un’e-mail a un indirizzo di posta privato. Oggetto: «T-Red». Nel file, l’elenco delle ditte che dovranno partecipare alla gara d’appalto del Comune di Invorio (Novara). Quell’indirizzo - scoprono i finanzieri - è quello del sindaco, che inviterà proprio quelle aziende. E a vincere sarà la Ci.Ti.Esse. Ancora, verbale del comandante della polizia locale del Comune di Paullo, davanti ai finanzieri. «Fu Astorri (titolare della Scae, ndr) a predisporre tutta la documentazione necessaria per l’indizione della gara. Mi consegnò tutti i file, tra i quali anche l’elenco delle ditte da invitare alla gara. L’unica cosa che feci, fu l’inoltro delle raccomandate alle ditte che mi aveva indicato Astorri». A quell’appalto partecipano tre aziende, tutte del cartello. Due offrono un ribasso dell’1 e dello 0,01 per cento. Praticamente nullo. A mani basse, il contratto è della Scae. A Spino d’Adda, poi, ci si ingegna. Perché, tra i concorrenti, c’è anche la Velocar srl, estranea alla cordata. Problema risolto con un «disguido» postale. La lettera d’invito, infatti, viene inviata a un indirizzo sbagliato. La Velocar non partecipa alla gara, vinta dalla Scae. Che presenta il conto: 177mila euro nel solo secondo semestre del 2007. E gli automobilisti di Spino d’Adda pagano. Ma per andare sul sicuro, basta indicare concorrenti «impresentabili». A Barge (Cuneo) è inserita nell’elenco la Teleservice, specializzata in «riparazione di apparecchiature elettriche», ma non nell’installazione di T-red o autovelox. Altro cavallo perdente, la Publi.Sec srl. A Certaldo (Firenze), la mettono in lista. La ditta, però, si occupa di gestione dei cimiteri.
E proprio a Certaldo parte la ritirata dei sindaci.
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