«Sembro cattiva ma è un trucco del mio Avatar»

MilanoIn Avatar l’abbiamo vista pilotare un elicottero (in perenne tenuta maschile) e aiutare gli umani ribelli a favore del popolo buono dei Na’vi. Ieri Michelle Rodriguez - bellissima 32enne di origini dominicane - era a Milano come testimonial di Belstaff, che ha lanciato una collezione dedicata alla Polizia di Stato (capi tecnici ispirati alle uniformi e colori come il blu, il cremisi e il nero. Tutte le royalties saranno devolute al fondo assistenza della Polizia di Stato). L’attrice arriva accompagnata dal rumore di un elicottero. Lascia le sue impronte su un vaso con e senza guanti (in lattice), mentre i ragazzi della Scientifica rilevano le sue impronte con la polvere d’alluminio. Poi scherza: «Un vero criminale userebbe i guanti in pelle, non quelli in plastica...». Solare come solo una donna latina sa essere, è vestita in modo molto aggressivo: pantaloni-seconda pelle, canotta e chiodo in pelle. Tutto nero. Come ogni «bad girl» che si rispetti (in passato ha avuto problemi con la legge per aver guidato in stato d’ebbrezza e al cinema, prima di Avatar, ha sempre interpretato ruoli non proprio da brava ragazza).
Michelle Rodriguez, ci dica, lei è o no una «bad girl»?
«Io una “bad girl”? Non capisco proprio da dove sia uscita questa storia… (ride). Sono piuttosto una brava ragazza, anche se mi piace vestire sempre in pelle nera e mi piacciono pure le pistole calibro 45».
Dal look non si direbbe, però...
«Mi piace definirmi una “jacket girl”: amo le giacche, non quelle tradizionali ma quelle in pelle, naturalmente».
Perché tutta questa passione per la pelle nera?
«Mi piace la pelle perché ti fa sembrare cattiva, così la gente quando ti vede scappa. Diciamo che per me la pelle nera è uno scudo: me ne servo per mantenere lontano i parassiti, i virus. Così faccio selezione, e tengo con me solo quelli con le palle... Però non è che mi vesto sempre così».
Allora, qual è il suo stile?
«Dipende molto da come mi sento la mattina, quando mi alzo dal letto. La moda ha a che fare con le emozioni: un giorno ti puoi sentire cattiva, l’altro dolce, l’altro triste o allegra o rispettosa... e allora ti vesti di conseguenza».
Si può essere sexy anche con scarpe piatte e abiti casual?
«Non importa cosa ti metti se sei sicura di te stessa. Essere sexy vuol dire avere una perfetta connessione e confidenza con te stessa».
Da attrice a testimonial: cosa hanno in comune il cinema e la moda?
«Ci sono molte connessioni fra i due mondi. La moda è un’arte, esattamente come il cinema, che è anche un’imitazione della vita. Per questo il cinema ispira continuamente la moda, e viceversa».
Ci racconti come si recita in un colossal come «Avatar», dove predomina il digitale.
«Il set era pieno di enormi giochi, c’era l’elicottero vero, c’era la stazione dei marines, ma era tutto ricostruito in studio: per la preparazione del film ci sono voluti due anni di lavoro... Sia le scene girate dentro l’elicottero che tutto il resto, come le scene d’azione, le abbiamo sempre recitate davanti a uno schermo verde, e con una tv davanti che mostrava i nostri movimenti... È stato un po’ difficile ma molto divertente».
Com’è cambiata la sua vita dopo tanto successo?
«Non è cambiato niente, ho soltanto convissuto per un po’ con questa bellissima storia».
Tornando alla moda: cosa ha visto di questa fashion week milanese?
«Non sono andata a nessuna sfilata, ho solo partecipato a trasmissioni tv. E domani riparto per Los Angeles, dove vivo.

In ogni caso amo la moda italiana, e anche Milano».
I suoi stilisti preferiti?
«Amo molto Valentino, un vero big della moda, e poi John Galliano. E naturalmente Belstaff, che lavora da anni con la pelle, e anche con il cinema. Tutto torna, no?».

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