Sequestrato il tesoro della banda Mokbel Diamanti per un valore di quattro milioni

L'inchiesta sulla telefonia. Le pietre preziose estratte in Uganda e lavorate in Asia: un metodo perfetto per ripulire capitali illegali. Spunta anche il nome della D’Urso per un lavoro come testimonial di gioielli

Sequestrato il tesoro della banda Mokbel 
Diamanti per un valore di quattro milioni

Roma Una montagna di diamanti ma non solo. Secondo gli inquirenti l’imprenditore Gennaro Mokbel, considerato il re del riciclaggio e ora in carcere a Regina Coeli, stava per avviare ingenti investimenti in Brasile e, in un’intercettazione telefonica, spunta pure il nome della celebre presentatrice Barbara D’Urso. Mokbel, uno dei personaggi chiave dell’inchiesta Fastweb-Telecom, sarebbe stato intercettato con Paolo Colosimo e quest’ultimo avrebbe parlato con la D’Urso a cui avrebbe prospettato un contratto come testimonial di una catena di gioiellerie. La D’Urso, insomma, avrebbe ricevuto una proposta d’affari dallo strano giro Mokbel.
Gioielli e diamanti. Tanti. Per riciclare denaro. Marco Toseroni e Silvio Fanella, due membri della banda, parlano tra loro: «Primo vendere le società, due non pagare... abbattere... iva... si vanno a pagare le tasse, tre riciclare... soprattutto riciclare quei venti milioni...». E ancora: «Diciamo sei milioni di conto... E così ricicliamo veramente tutto, per cui abbiamo ricilato i quindici milioni dati alla lega... Il federalismo è proprio... Giorgia (moglie di Gennaro Mokbel), hanno già capì.... con Gennaro...». I due fanno riferimento a una lega e al federalismo: presumibilmente quell’Alleanza federalista poi diventato Partito federalista di cui Mokbel era segretario. Palate di soldi e tanti diamanti.
Un deposito di brillanti per un valore stimato di circa 4 milioni di euro è stato poi sequestrato dai carabinieri del Ros all’interno di un doppio fondo della cassaforte della gioielleria al civico 52 di piazza Campo de’ Fiori, a Roma. Nei giorni scorsi la Dda della Capitale, coordinata dal procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo, aveva ottenuto il sequestro del negozio dal gip Aldo Morgigni, nell’ambito dell’inchiesta sul mega riciclaggio. Diamanti, per oltre 150 carati, ma non solo. Durante il blitz sono saltati fuori anche altri gioielli e denaro contante per alcune migliaia di euro. Le indagini del Ros avevano accertato come gli ingentissimi capitali illegali riciclati all’estero dal sodalizio, venissero recuperati attraverso istituti di credito svizzeri, lussemburghesi e sammarinesi per essere reinvestiti nel settore delle pietre preziose.
I diamanti, secondo gli inquirenti, venivano estratti in Uganda, lavorati in laboratori dell’estremo Oriente e poi commercializzati nella capitale attraverso una serie di gioiellerie controllate, con la completa reintegrazione dei proventi nel circuito economico legale.
Della serie: i diamanti lavano più bianco. La compravendita di brillanti era uno dei canali usati - insieme ad opere d’arte, dipinti e sculture - per il riciclaggio da parte del gruppo criminale di Mokbel, uomo chiave dell’inchiesta «Broker». Nell’ambito dell’inchiesta sono state sequestrate due gioiellerie, in una delle quali è stato trovato il mega tesoro. Il progetto di Mokbel sarebbe stato quello di aprire una catena di gioiellerie, canale ideale per riciclare il denaro sporco. Nell’ordinanza del gip si parla di diamanti - chiamati «serci» dagli arrestati nelle conversazioni intercettate - da comprare per poi rivendere.
C’è in particolare una dialogo intercettato in cui Marco Toseroni, uno degli arrestati, spiega a due persone, Silvio Fanella e Giorgia Ricci, come sta operando a livello internazionale: «ma te spiego pure per fare questo... allora io ho fatto fare dai giapponesi (identificati in Mr Lee e Iwasawa Takeshi, ndr.) due società cinesi... “cinese uno” e “cinese due”. Sono cinesi... non riconducibili... con questi qui, ho fatto contratti di... consignment agreement... come i contratti di conto vendita... non gli interessa a loro il carico di diamanti..., cioè non possono prendere così... nessuno gli chiede il bilancio prima ...».
Si evince, rileva il gip, che si tratta di un sistema anche per far transitare diamanti anziché soldi: «Noi c’abbiamo una società di... c’avemo 13 milioni di diamanti... dobbiamo trovare una gemma di pari valore ovvero più gemme di pari valore ad Hong Kong... a quel punto non paghiamo un ca... circolano i diamanti». Un primo tesoro dell’organizzazione responsabile del maxi riciclaggio era stato sequestrato nei giorni scorsi a Roma. In quell’occasione i carabinieri avevano scoperto un magazzino all’interno del quale erano custoditi migliaia di dipinti, serigrafie, litografie e decine di sculture. Mokbel, imprenditore romano con un passato e amicizie nella destra eversiva s’è avvalso della facoltà di non rispondere alle domande del magistrato. Così come la moglie, Giorgia Ricci, detenuta a Rebibbia.

Il faccendiere è poi costato caro al senatore pidiellino Nicola Di Gerolamo, fresco di dimissioni, cui sarebbe stato legato avendogli organizzato la candidatura all’estero. In un’intercettazione telefonica Mokbel si rivolgeva così all’ex senatore: «Nel mio cranio sei sempre il portiere, nel senso che tu sei uno schiavo mio».

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