Serata in memoria del maestro D’Anzi

Scrisse anche «O mia bela Madunina» la più famosa canzone su Milano

Carlo Faricciotti

O mia bela Madunina, Nostalgia de Milan, El tu mi ami de Lurett, Lassa pur ch'el mund el disa... Canzoni celebri che hanno finito con l'oscurare, almeno in parte, il loro autore. Anche per questo le compagnie del Teatro della Memoria e dell'Albero dell'Arte hanno deciso di dedicare, il prossimo 20 aprile al Teatro della Memoria di via Cucchiari 4 (dalle 20.30, ingresso gratuito fino a esaurimento posti), una serata-omaggio a Giovanni D'Anzi, classe 1906.
Milanese per nascita e per adozione, a dimostrazione del detto «milanesi si diventa», ma non per stirpe (suo padre, d'origine meridionale, si era trasferito qui per ragioni di lavoro) D'Anzi, morto a Santa Margherita Ligure, dove si era ritirato negli anni Sessanta, nel 1974, è stato, in tandem con l'amico e coautore Alfredo Bracchi, «il totem della canzone milanese», secondo la definizione di Aleardo Caliari, direttore artistico del Teatro della Memoria, per un paio di decenni.
Sul palco, D'Anzi sarà ricordato dallo stesso Caliari, da Anna Jencek e da Gerardo Paganini che, accompagnati al pianoforte da Paolo Beretta, intoneranno i suoi cavalli di battaglia: oltre ai citati, La Gagarella del Biffi Scala, Quand sona i campan, El biscela, I tosann de Milan, El perrucchée de dona... Ma anche Non dimenticar le mie parole, Ma le gambe, Bambina innamorata: perché il duo D'Anzi-Bracchi, nei suoi anni d'oro, scrisse anche per la radio, la rivista, il cinema.
Dai loro pentagrammi infatti scaturirono brani famosi anche solo per i loro titoli: Silenzioso Slow (Abbassa la tua radio), Signorina Grandi Firme, Bellezze in bicicletta, Il maestro improvvisa, Ma l'amore no, Tu musica divina, Non partir...
Un patrimonio non solo musicale, ma anche sociale e culturale che la serata di giovedì riporterà nelle sue giuste coordinate, rievocando per esempio gli artisti che lavorarono con il duo D'Anzi-Bracchi: le coppie artistiche Isa Bluette-Nuto Navarrini e Walter Chiari-Marisa Maresca, ma anche i mattatori Nino Taranto, Carlo Dapporto, Macario, Tino Scotti, Ugo Tognazzi.
O anche il fatto che la Madunina sbocciò quasi per ripicca ai motivi napoletani e romani che nel 1935 spadroneggiavano a Milano. Infatti nei teatri milanesi si tenevano spesso dei veri spettacoli imperniati sulle canzoni: erano delle Piedigrotte napoletane e anche romane.
Una sera a D'Anzi, mentre ascoltava i cantanti che snocciolavano motivi napoletani, venne l'idea di fare una canzone in pretto milanese. Rincasato che era ormai l'una di notte si sedette al pianoforte e compose la celebre canzone, una delle poche non scritte insieme a Bracchi.
Ricordiamo che quest'omaggio a D'Anzi rientra nel progetto «La Milano della Memoria» ed è realizzato in collaborazione con l'Assessorato al Decentramento del Comune di Milano.


In Galleria del Corso c’erano (e ci sono ancora) gli uffici delle principali case discografiche, luogo di tante memorie per la canzone italiana: e proprio qui, nell’aprile del 1990, dalla parte di piazza Beccaria, l’amministrazione comunale fece apporre una targa commemorativa: «In questa Galleria c’era una volta un re... Giovanni D’Anzi. Scrisse magiche note e la più dolce serenata la cantò per Milano, “O mia bela Madonina”».

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