(...) «Perché questo avvenga ha suggerito il cardinale è indispensabile rafforzare e rinnovare la dimensione associativa delle famiglie che, attraverso forme di rappresentanza organizzata, siano in grado di indirizzare la programmazione mediatica.
Nella prima parte del suo intervento, Tettamanzi ha tenuto a precisare che i bambini sono innanzitutto persone. «Forse troppo spesso ha osservato la preoccupazione principale, e per tanti aspetti eccessiva, è quella di vederli sempre soddisfatti». In realtà, ha spiegato, «i bambini prima che di tante cose hanno bisogno di relazioni umane vere e autentiche, vive e costruttive», hanno bisogno «di chi li prenda per mano e a poco a poco faccia loro scoprire la realtà nella quale viviamo, faccia loro sperimentare la bellezza dello stare con gli altri, con gli amici, e insieme il senso del dovere e la fatica necessaria per essere fedeli agli impegni». Tettamanzi ha quindi aggiunto che i bambini hanno sì «un loro mondo, ma non cè neppure dubbio che non devono rimanere chiusi in questo mondo tutto loro: devono, invece essere aiutati ad aprirsi». Trattarli come persone significa, dunque, introdurli «nella realtà».
Accanto alle tante esperienze positive che sono emerse, al convegno non è mancato lallarme per «Scary sleepover», un preoccupante reality che arriva dalla Tv inglese: tre ragazzi in età da scuole elementari stanno chiusi per tutta la notte senza adulti in una casa degli orrori. Se resistono fino al mattino, vincono un premio. Lalleanza proposta dal cardinale, insomma, è più urgente che mai.
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