Serve il brevetto di volo per salire sui tacchi

Serve il brevetto di volo per salire sui tacchi

Ci vuole il brevetto di volo per dominare l’altezza dei tacchi di moda il prossimo inverno: 14 centimetri se non di più anche se poi grazie alla presenza del cosiddetto plateau il dislivello diminuisce. In poche parole sembra di camminare sui soliti otto o dieci centimetri che tutti gli stilisti e molte donne considerano il minimo sindacale, ma in realtà deambuli su calzature alte come uno sgabellino poggia-piedi. Come se questo non bastasse qualcuno si è messo a fare plateau sagomati e tacchi scultura che rendono ancor più pericoloso il movimento. Inoltre l’autunno/inverno 2009 passerà alla storia per la prevalenza dei modelli alti sul collo del piede: stivaletti alla caviglia, tronchetti detti booties e francesine si portano dal mattino alla sera. Questo significa che verso sera ci si può ritrovare con due zamponi gonfi al posto dei malleoli. L’alternativa sono i mille laccetti coperti da strass e cristalli dei sandali-gioiello a loro volta irrinunciabili. E anche in questo caso a meno di avere caviglie da gazzella, le vesciche sono assicurate. L’alternativa a tanto disagio sono gli stivali che si arrampicano sulla coscia come calze autoreggenti detti anche cuissard: una vera pacchia per i feticisti, sexy da morire anche per chi è di gusti più tranquilli, ma se non hai delle gambe da fenicottero il rischio di sembrare un volgare viado, è davvero altissimo. Certo ci sono veri e propri capolavori artigianali come lo stivale guêpière rosso cassis di Gianvito Rossi talmente bello che pur di possederlo una signora forte di coscia può anche rassegnarsi a indossarlo sotto una gonna al ginocchio che nasconde la parte superiore della gamba. Invece Les Tropezienne ha fatto tre modelli di demi-cuissard tutto sommato abbordabili anche per chi non ha la giusta magrezza che tanto non esiste una volta compiuti i 25 anni. Il marchio in questione lancia anche il tacco a punta di diamante: una vera chiccheria. René Caovilla, indiscusso poeta veneziano della scarpa, ha creato la suola in polvere di cristalli denominata silver stardust. Se Cesare Paciotti dedica una scarpa a Dita Von Teese, l’artista del Burlesque, Sergio Rossi, marchio controllato dal Gruppo Gucci, pensa a tutte le donne del mondo che desiderano sentirsi belle mettendosi una scarpa di lusso.

Il calzaturificio Rossimoda ha invece creato la sola cosa interessante sulla passerella di Pucci: delle altissime décolleté montate su plateau e con mille laccetti sul malleolo. Quanto alle borse se ne vedono molte meno di una volta e un po’ più contenute nelle misure. Certo sono sempre capolavori di lusso e artigianalità perché di questo si nutre il made in Italy.

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