Roma

Servizio taxi, nuove regole e adeguamento delle tariffe

Basta con i tassisti in canottiera e bermuda che in piena estate guidano col gomito sinistro sul finestrino spalancato mentre il malcapitato cliente di turno muore dal caldo perché l’aria condizionata non funziona. Quasi sempre si tratta di un pretesto per risparmiare qualche centesimo sui consumi senza badare troppo all’immagine. Ma ora gli stessi “tassinari” si rendono conto che certe regole bisogna accettarle, eccome. Quindi al bando ogni forma di abbigliamento stravaccato (anche se non c’è l’obbligo della divisa come in altre grandi città), educazione e massimo rispetto dell’utente (anche nell’uso di radio e telefonini), obbligo di esporre le tariffe ben visibili sugli sportelli e abolizione delle furbizie, come la famigerata “tariffa 2”, quella che scatta appena superato il confine del raccordo anulare. Sono alcune delle misure contenute nella delibera che arriva domani all’esame dell’aula Giulio Cesare, che ha già provocato divisioni e polemiche per il ritocco delle tariffe.
Nel documento che dovrà essere approvato dal Consiglio comunale è prevista, tra l’altro, la realizzazione di un box informativo all’aeroporto di Fiumicino per dare al turista in arrivo informazioni sulle tariffe vigenti e regole che disciplinano il servizio. Poi c’è l’aumento delle tariffe: 45 euro per una corsa da o per l’aeroporto di Fiumicino (anziché 40 euro); 35 euro, invece, per quello di Ciampino (anzichè 30 euro. E poi introduzione di una nuova tariffa fissa di 120 euro per (o da) il porto di Civitavecchia. Ciò che auspicano gli utenti - ma che sarà difficile far passare - è che finisca anche il malcostume della “scelta” dei clienti a fine turno, che in altre città sarebbe inimmaginabile. Alla stazione Termini o a Fiumicino capita, a volte di sentirsi chiedere ad alta voce: «Lei ’ndo’ va? All’Aurelio? Allora salga sull’altra vettura, che io rientro a Montesacro». Al di là del folclore, c’è da dire, però, che la mini-rivoluzione sul servizio taxi contiene anche un serio inasprimento delle sanzioni per chi violerà le regole. La delibera in questione sta facendo discutere sindacati e politici: «L’aumento delle tariffe peserà nelle tasche dei romani - ha tuonato il capogruppo de La Destra in Consiglio comunale, Dario Rossin - In un momento di “vacche magre” in cui si chiede a tutta la comunità di fare sacrifici non ci si può permettere di varare alcun tipo di aumento di tariffe».
Contrario all’aumento delle tariffe anche il capogruppo dell’Udc in Campidoglio, Alessandro Onorato: «Il mio secco “no” non vuole essere una chiusura nei confronti dei tassisti ma un segnale di protesta verso chi vuole trasformare il taxi in un mezzo di trasporto usato da persone agiate o da tutti quelli, molto più fortunati, che hanno a disposizione i rimborsi aziendali».
Ai contrari ha replicato Maurizio Berruti, membro della commissione mobilità del Campidoglio: «L’adeguamento tariffario si è reso necessario dopo che la tariffa, a suo tempo determinata con una delibera di Veltroni, è scaduta il 31 dicembre scorso. Ricordiamo che un prezzo amministrato necessita della periodicità dei controlli».
Il presidente di Uritaxi Loreno Bittarelli punta, invece, l’indice su una questione tuttora insoluta: «L’assurda discordanza tra tariffa dei taxi del Comune di Roma e di Fiumicino per la tratta tra l’aeroporto e l’interno delle Mura Aureliane. Oggi, infatti, per lo stesso percorso, i taxi del comune di Roma e di Fiumicino applicano due tariffe diverse, rispettivamente di 40 e 60 euro, generando molta confusione tra gli utenti. Mentre i tassisti del comune di Fiumicino sono disposti, in virtù di una unificazione per una maggiore trasparenza a rinunciare a 10 euro, abbassando a 50 euro, alcuni sindacati dei tassisti romani non vogliono affatto chiudere l’accordo, lasciando insoluto il problema».

Basterebbe consentire ai tassisti di Fiumicino il diritto di caricare i clienti anche a Roma, oggi a essi precluso, nel senso che possono trasportare i viaggiatori dal’aeroporto a Roma, ma poi devono fare la corsa a ritroso a vuoto (ecco la differenza dei venti euro in più).

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