Servono scelte rigorose di candidati

Caro Massimiliano, ho seguito il dibattito sull'opposizione in Consiglio Comunale e ti invio i miei disordinati commenti. Vorrei partire dal ruolo, richiamando l'elementare principio per cui il compito degli eletti è di concorrere alla «buona» amministrazione, in questo caso del Comune, e non di «fare opposizione», indipendentemente da una saggia valutazione del bene dei cittadini. Non è una partita a scacchi Bianchi contro Neri, Guelfi contro Ghibellini. La caduta dell'avversario, e la successiva presa del potere, è un scopo nobile e da perseguirsi, ma solo in quanto funzionale alla successiva «migliore» amministrazione. Invece, nella pratica constatiamo che raramente è così, che lo scontro è finalizzato al raggiungimento del potere prima ed alla militarizzazione della cosiddetta società civile poi. Basti citare il famoso invito all'occupazione delle casematte del potere, la galassia di associazioni di cui da sempre si è contornata la sinistra, e, da ultima, la triade di candidati alla guida dell'Autorità Portuale. Va da sé che una politica male indirizzata, così come si è vista da sempre in Italia, anche se alcuni si ostinano a ritenere che durante la «prima repubblica» le cose fossero migliori, può solo dare frutti acerbi, o marci, mai maturi. È la storia della politica italiana. Tornando al nostro Consiglio Comunale, esso pare aver smarrito il proprio ruolo. Da una parte della maggioranza c'è un oscillare tra la mancanza di amministrazione da un lato e gli sterili proclami uniti all'occupazione delle poltrone dall'altro. Dall'altra, l'opposizione non riesce ad essere veramente tale, e si perde in sterili diatribe. Se il Centrodestra non riesce ad imporsi su di una Sinistra, cittadina o nazionale, di così basso profilo (ma di così estese radici) la colpa non può che risiedere nella bassa statura di buona parte degli eletti del centrodestra. Mi rendo conto della durezza di questo giudizio, ma i fatti non lasciano spazio a diverse e più consolanti valutazioni. In Liguria all'elettore di Centrodestra sono stati presentati due candidati, Biasotti prima e Musso poi, che hanno raccolto convinti consensi. Biasotti ha dimostrato di saper governare, magari non benissimo, non solo per meriti propri, ma il paragone con l'attuale giunta regionale lo fa apparire un gigante. Musso, che non so se sia uomo bianco o nero, ha fatto intendere di avere idee e competenze e sostanza, anche lui, nel confronto con la diretta concorrente, ha giganteggiato. Purtroppo Biasotti si è perso, anche per proprie mancanze politiche, e mi pare di capire che ora stiamo perdendo anche Musso, la cui idee di creare un governo ombra non è stata realizzata. Ora, io non penso né che un Biasotti od un Musso bastino né che siano necessari a Genova ed alla Liguria. Ma ritengo che una parte del Centrodestra abbia dapprima avuto necessità di Biasotti e di Musso e che poi abbia iniziato a temerli, cercando di accantonarli. Torniamo pertanto al piccolo cabotaggio della politica fatto di gelosie e tatticismi, e chi ci perde è il cittadino. Quanto poi alla strategia dell'opposizione essa è, di norma, mutevole, a maggior ragione quando non c'è una comune e concordata regia (così a Genova come a Roma) e le varie componenti remano ognuna in direzione diversa, con un manipolo trasversale di uomini di buona volontà che cerca di mantenere in rotta nel mezzo della tempesta. Inoltre, l'opposizione non può illudere se stessa ed i propri elettori circa le cadute delle maggioranze, che cadono per le forze centrifughe delle loro componenti, non per le spallate delle opposizioni. In conclusione l'appello all'unità del Centrodestra nelle varie assemblee è sacrosanto e doveroso, ma deve essere preceduto da una scelta rigorosa dei candidati da parte dei partiti; non essendo questo stato fatto in passato, ci si ritrova con degli eletti di cui si farebbe volentieri a meno ma che, proprio dalla loro elezione, hanno accresciuto il loro potere all'interno del partito, dando vita ad un circolo vizioso dalle nefaste ripercussioni.


Pertanto l'appello all'unità dove essere preceduto dalla richiesta di una maggior democrazia interna ai partiti, e di un maggior rigore nella scelta dei candidati.
Infine è doveroso richiamare gli elettori ad una maggiore presa di responsabilità, sono infatti pochissimi coloro che esprimono abitualmente una preferenze invece che limitarsi a votare il simbolo di partito.

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