Sestri in ostaggio di una biscia «pitonata»

Diego Pistacchi

da Sestri Levante

Cocciuta, molto vanitosa e pure lei distrutta dal gran caldo. E così ha finito per scatenare due giorni di caccia grossa a Sestri Levante, mobilitando vigili urbani, pompieri e guardia forestale. Protagonista del week end lungo, una biscia d’acqua. Che però, vista così, arrotolata su un tronco emerso del torrente Gromolo, proprio alla foce, a pochi metri dal mare, ha messo a rumore la cittadina. Vanitosa come detto, la biscia infatti si era messa bene in posa, facendo sfoggio di una livrea da gran signora, di un metro e mezzo abbondante di mise «pitonata» talmente ben taroccata da sembrare vera. Insomma, l’incubo del pitone nel fiume c’è stato davvero, e c’è voluto un esperto della Forestale, dopo due giorni di facce terrorizzate, a far tornare la calma e a dare il via libera ai bagni di sole della povera biscia.
Tutto è iniziato domenica, quando dal ponte sulla foce del Gromolo è stato avvistato il serpente adagiato appena fuori dall’acqua sul ramo emerso. Una, due, tre persone affacciate a guardare in giù, e in zona si è ben presto formato il capannello. Avvertiti con un cellulare, sono arrivati i vigili, che non trovando sul loro mansionario la voce «safari tropicale», hanno chiesto rinforzi ai pompieri. Ma la biscia, cocciuta, vanitosa e accaldata, ma pur sempre timida e riservata, vista la confusione, si è fatta una nuotata risalendo verso monte e sparendo sotto la copertura del torrente prima dell’arrivo di un’autobotte con uomini muniti di galosce e scale. Caccia fallita al primo tentativo.
Per arrivare a ieri mattina non resta che registrare i commenti preoccupati di chi non si fida del fatto che un rettile di quel tipo non ama troppo l’acqua salata del mare e teme scorribande laddove nuotano tranquillamente gli umani. Oppure le mille ipotesi su come quel serpente dall’aria esotica, potesse essere finito lì. Quando tutti si erano convinti che il rettile, magari liberato da un proprietario stanco di tenerlo in un terrario del salotto, sarebbe comunque rimasto in zone meno frequentate, la biscia pitonata è tornata a farsi viva. Ieri mattina era di nuovo lì, sul suo tronco. Si è riformato il capannello, sono partite le telefonate alla Forestale e ai vigili urbani che hanno constatato nuovamente la presenza «sospetta». Un’oretta dopo, quando tutti stavano attenti a non fare troppo rumore per non far scappare l’animale, si è presentato un vigile del fuoco in divisa balneare, che si è messo a urlare al telefono per farsi mandare la Forestale. Tra le lamentele dei presenti, è riuscito a far allontanare nuovamente il «serpente». Che però dev’essere proprio affezionato al suo personalissimo stabilimento balneare. Ed è tornato proprio quando la squadra della Forestale era sul posto. Scattate le prime foto a distanza, l’esperto ha sentenziato: «Macché cobra, macché serpente, quella è una biscia d’acqua.

E siccome sta nel suo habitat naturale, non la si può neppure catturare e trasferire». Per la cronaca, è ufficiale, la biscia non ama l’acqua salata. Così, appisolata sul suo ramo, d’ora in avanti rischia anche di diventare la mascotte di Sestri Levante.

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